Si chiamava Nicole, era ucraina e aveva più di 35 anni. La nave cargo che è affondata ieri sera davanti al Monte Conero nelle Marche, trasportava oltre tremila tonnellate di fedelspato – un minerale usato nella produzione di ceramiche, cemento e vetro – e un carico di gasolio. Le autorità hanno smentito il rischio di una catastrofe ecologica in quanto il fedelspato è una sostanza naturale che si trova comunemente in molti tipi di rocce e il gasolio tende ad evaporare. Tuttavia la Capitaneria di porto di Ancona ha attivato un’unità di crisi di cui fanno parte anche l’assessore regionale all’ambiente e il direttore della protezione civile regionale. Nella zona dell’affondamento infatti, a circa due miglia dalla costa tra Marcelli e Numana, si è formata una chiazza di carburante lunga circa sette miglia e larga una trentina di metri. A causa delle correnti la macchia si sta spingendo verso sud, minacciando le spiagge di Porto Recanati e Civitanova. “La frequenza con la quale si verificano incidenti del genere è sconcertante” ha dichiarato Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente. “L’età delle imbarcazioni è uno dei fattori determinanti degli incidenti in mare. Attualmente oltre il 45 per cento delle navi petroliere immatricolate nell’Unione Europea ha un’età superiore ai 20 anni, ciò vuol dire che la metà della flotta europea è a rischio”. (t.c.)