Combustibili dall’anidride carbonica, grazie al sole

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(Foto: Jonathan Borba on Unsplash)

Portare il concetto del riciclo all’ennesima potenza. Da tempo gli scienziati stanno studiando un modo efficace per riutilizzare l’anidride carbonica prodotta dalle attività umane, riducendo così i gas serra in atmosfera. Fondamentale è però trovare un metodo efficiente, che riduca davvero l’impatto ambientale. I risultati, finora, non sono stati eclatanti, ma una nuova ricerca coordinata dall’Università di Lund (Svezia) sembra porre le basi per un cambiamento. I ricercatori hanno utilizzato materiali all’avanguardia che, caricati con la sola energia solare, riescono a convertire l’anidride carbonica in monossido di carbonio, che può essere di nuovo impiegato in processi chimici per la sintesi di combustibili. Lo studio è pubblicato su Nature Communications.

I ricercatori hanno utilizzato un materiale organico poroso, chiamato Cof (covalent organic framework) che cattura in modo molto efficiente la luce solare, caricandosi di energia che utilizza per alimentare un catalizzatore, cioè un complesso chimico che promuove il trasferimento di elettroni alla molecola di anidride carbonica (CO2). In questo modo hanno ottenuto senza dover immettere ulteriore energia nel sistema – e questa è la novità – monossido di carbonio (CO) che può essere impiegato per ottenere combustibili di sintesi.


Un pannello “solare” per sfruttare il freddo dell’Universo


Gli autori spiegano che per convertire l’anidride carbonica in monossido di carbonio servono elettroni “longevi” e che grazie alla spettroscopia ultrarapida sono riusciti a mappare le fasi di tutto il processo capendo che il loro sistema è in grado di ricavarli dai fotoni della luce blu. 

Siamo però solo all’inizio del lavoro: per sviluppare un vero convertitore di anidride carbonica ci sono ancora molto passaggi da ottimizzare. Tuttavia, ha commentato Tönu Pullerits, tra i coordinatori del progetto, “abbiamo individuato una direzione molto promettente da intraprendere”, che in futuro dovrebbe portare a costruire unità di conversione più grandi per applicazioni globali.

Via: Wired.it

Credits immagine: Jonathan Borba on Unsplash