Come affrontare le malattie che si prendono a scuola

Il suono della campanella preannuncia, ogni anno, l’inizio della scuola. Per molti bambini però segna anche il principio di un lungo periodo di malanni respiratori, come tosse, raffreddore e respiro sibilante. Disturbi talmente comuni tra i più piccoli, spiegano gli esperti, da rappresentare quasi un’autentica patologia stagionale, che potremmo definire “sindrome della campanella”: ovvero tutto l’insieme delle malattie che colpiscono i bambini con il ritorno alla vita di comunità.

Ad aggravare la situazione è l’arrivo dell’autunno: umidità e freddo infatti favoriscono la proliferazione di muffe e acari della polvere nell’ambiente, e facilitano l’azione dei virus, come quello del raffreddore, nelle scuole. “Ad essere maggiormente interessati da questa ‘epidemia autunnale’ sono i bambini che frequentano l’asilo o le elementari, che hanno alle spalle episodi ricorrenti di tosse e raffreddore, respirano ‘a fischietto’ e hanno avuto episodi di asma o comunque molto simili all’asma. Il respiro ‘a fischietto’, meglio conosciuto come respiro sibilante o wheezing, colpisce almeno un bambino su 3 nei primi tre anni di vita” spiega infatti Eugenio Baraldi, dell’Università di Padova.

Non resta che arrendersi? No. La sindrome non va anzi sottovalutata, e intraprendere una terapia preventiva spesso è una buona idea. L’uso di alcuni farmaci, come corticosteroidi, favorirebbe infatti il controllo dei sintomi e una riduzione del numero delle riacutizzazioni. E anche gli antileucotrienici si rivelerebbero utili per la loro attività antinfiammatoria. “Le terapie di fondo possono aiutare sensibilmente questi bambini a migliorare la loro qualità di vita. Ovviamente deve essere il pediatra che valuta quando è il caso di ricorrere all’uso dei farmaci, sia nel valutare l’opportunità che la modalità. Si tratta di terapie di supporto a lungo termine che non agiscono sul singolo sintomo e che vanno tagliate ‘su misura’ sul bambino” aggiunge Renato Cutrera dell’Osedale pediatrico bambino Gesù di Roma.

Ma la prevenzione parte anche da casa. Gli esperti raccomandano ai genitori attenzione ai sintomi di cattiva respirazione, alla pulizia e all’arieggiamento degli ambienti che frequentano (la cameretta), alla convalescenza in caso di malattia e alla pratica di uno sport. Perché muoversi fa bene anche in questo caso.

Credits immagine: via Pixabay

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here