Computer sì, computer no

    Alla fine del 1999, il 95 per cento delle scuole americane era già attrezzato per navigare in Internet. Un risultato che rende onore agli sforzi della presidenza Clinton. Eppure a qualcuno la filosofia della massima diffusione delle nuove tecnologie proprio non piace. Un gruppo di insegnanti, psicologi e specialisti di varie università americane ha costituito infatti una coalizione internazionale per la tutela della salute fisica e psichica dei bambini. Si chiama Alliance for Childhood e proprio in questi giorni ha pubblicato un appello per una moratoria contro l’uso dei computer nelle scuole. Tra i firmatari anche Fritjof Capra, autore de “Il tao della fisica”.

    L’opinione più diffusa tra gli esperti dell’Alliance è che il governo americano avrebbe fatto meglio a investire i propri soldi per altre priorità scolastiche. Per esempio la riduzione del numero di studenti per classe, i corsi di formazione per gli insegnanti e gli aumenti di stipendio. Ma il vero cavallo di battaglia della protesta sono le ricerche che dimostrano la dannosità del mezzo telematico. Secondo i firmatari dell’appello l’uso del computer alimenta lo stress dovuto ad azioni ripetitive, che può degenerare in aggressività. Favorisce inoltre l’obesità e la miopia, distoglie l’attenzione dei ragazzi dalle interazioni sociali necessarie per apprendere le prime abilità linguistiche.

    “Effettivamente il computer non aiuta ad astrarre e a tradurre i concetti in parole”, spiega Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dell’età evolutiva all’Università di Roma La Sapienza, “il linguaggio è un simbolo, mentre il computer è estremamente concreto e come tale non favorisce la fantasia. Il rischio è che se l’apprendimento telematico dovesse sostituirsi a quello tradizionale il bambino sviluppi un atteggiamento acquiescente, ossia si aspetti di essere diretto”.

    Eppure uno studio condotto nel 1998 dall’Educational Testing Service ha dimostrato che nelle scuole in cui era stato adottato il computer i risultati degli studenti nei test di matematica erano migliorati del 15 per cento. Ma secondo Larry Cuban, docente della Stanford University e presidente dell’American Educational Research Association, “a parte questo risultato, non esistono altre prove certe del fatto che l’uso di tecnologie digitali faciliti l’apprendimento più dei sistemi tradizionali”.

    La posizione dell’Alliance tuttavia non è del tutto contraria all’inserimento dei computer nei corsi scolastici. Gli esperti si stanno battendo affinché tale pratica venga rinviata alle scuole superiori. Marilyn Benoit, presidente della American Academy of Child and Adolescence Psychiatry, sostiene che “apprendere prematuramente l’uso del computer può interrompere i normali processi di socializzazione e l’innata creatività del bambino”. In altre parole: niente computer nelle scuole elementari.

    Secondo Anna Oliverio Ferraris, l’importante è piuttosto che non vengano tralasciati gli altri schemi di apprendimento. “I bambini imparano muovendosi, interagendo manualmente, toccando gli oggetti e le persone”, spiega la studiosa. “L’astrazione del mezzo telematico potrebbe sì inibire questa loro capacità, ma solo se diventa una realtà sostitutiva. L’appiattimento emotivo e creativo, la rigidità cognitiva o l’aggressività sono conseguenze di una dipendenza dai computer. Ma un uso ragionato e mirato del mezzo, che lasci spazio anche ad altre attività di tipo motorio e creativo, non può produrre alcun danno”.

    Peraltro la studiosa non condivide nemmeno la tesi secondo cui il mezzo digitale esclude l’emotività. “Indubbiamente in certi programmi prevale la logica”, spiega Oliverio Ferraris, “ma nei giochi di ruolo o nelle chat c’è anche il rapporto emotivo. Non bisogna poi dimenticare che il bambino cerca comunque la conferma dell’adulto, insegnante o genitore che sia”. Forse l’unico rischio reale è la velocizzazione dei tempi di apprendimento: “I bambini si muovono molto più lentamente degli adulti”, prosegue la studiosa, “non conoscono le necessità della fretta, e il computer per contro è un mezzo molto veloce che crea una iperstimolazione assieme a una ipostaticità, cioè all’impossibilità di scaricare le tensioni a livello motorio”.

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