Comuni poco attivi contro i roghi

Fermare gli incendi boschivi non è fra le priorità dei comuni italiani. Due su tre, infatti, non fanno abbastanza per fermare i roghi e il 42 per cento dei comuni non fa praticamente nulla. E’ quanto emerge dall’indagine “Ecosistema Incendi”, realizzata da Legambiente con il Dipartimento della Protezione Civile, che valuta l’impegno nella lotta agli incendi delle 345 amministrazioni che hanno subito incendi negli ultimi due anni. I risultati non sono confortanti: c’è un forte ritardo nell’applicazione della legge 353/2000 che prevede, per esempio, la presenza di un responsabile della protezione civile. Solo il cinque per cento dei comuni, infatti, applica a pieno la norma e ciò non permette di attuare quei vincoli che porrebbero un freno alle speculazioni dei piromani. Il catasto delle aree percorse dal fuoco viene effettuato solo dal 20 per cento dei comuni. Inoltre il 60 per cento non fa attività di prevenzione e di manutenzione dei boschi e solo un comune su dieci informa adeguatamente i cittadini. Ad assicurarsi, invece, il titolo di “Bosco sicuro” sono dieci comuni che si trovano in Campania, Toscana, Liguria, Friuli e Lazio. La palma d’oro per la mitigazione degli incendi spetta ai comuni di Lucca, Aviano, Seborga, Tavarnelle Val di Pesa, Ameglia, Maddaloni, Bracigliano e Pollica. Si trovano tutte al Nord, invece, le amministrazioni più inadempienti. (r.p.)

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