Coronavirus, come ridurre il rischio di infezioni sul posto di lavoro

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(Credits: STIL on Unsplash)

“Questo è il momento in cui tutti i Paesi, comunità, famiglie e cittadini devono concentrarsi sul contenimento, mentre facciamo tutto il possibile per prepararci a una potenziale pandemia”. Sono queste le parole di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, pronunciate in occasione dell’ultimo rapporto sull’epidemia del nuovo coronavirus (Sars Cov-2). Servono, dunque, azioni e misure contenitive mirate, a volte anche drastiche, per riuscire a contrastare l’ulteriore diffusione del virus. L’ultima, appena ufficializzata dal governo italiano, è quella di chiudere scuole e università di tutta Italia fino al 15 marzo. Ma non solo: stop anche a eventi pubblici, teatri, cinema, congressi, manifestazioni fino al 20 marzo, mentre le competizioni sportive si potranno svolgere solo a porte chiuse. Meglio, inoltre, incentivare lo smart working, ed evitare i trasporti pubblici e i luoghi affollati.

Ma per chi proprio non potesse lavorare da casa, ecco una guida dell’Organizzazione mondiale della sanità con alcuni utili consigli e comportamenti da adottare sul posto di lavoro per proteggere noi e i nostri colleghi. “Tutte le diverse sezioni della nostra società, comprese le aziende e i datori di lavoro, devono avere un ruolo se vogliamo fermare la diffusione di questa malattia”, si legge nel documento dell’Oms, che sottolinea come seguire semplici misure potranno fare la differenza e aiutare a prevenire e contenere la diffusione della virus, anche sul posto di lavoro.

Per prima cosa, bisogna assicurarsi che i luoghi di lavoro siano puliti e che le superfici di scrivanie e oggetti, come telefoni e tastiere, siano puliti e disinfettati regolarmente. “La contaminazione delle superfici è uno dei modi principali con cui il coronavirus si diffonde”, precisa l’Oms. Inoltre, è necessaria promuovere il lavaggio regolare e accurato delle mani, attraverso distributori di disinfettanti, che devono essere regolarmente ricaricati, poste comunicativi che incentivano il lavaggio delle mani, briefing durante le riunioni, e assicurarsi che il personale abbia sempre la possibilità di lavarsi le mani con acqua e sapone.

Bisogna inoltre, promuovere una buona igiene respiratoria, garantendo la disponibilità di mascherine e fazzoletti di carta per coloro che starnutiscono o tossiscono, insieme a cestini chiusi per smaltirli correttamente. In base alle più recenti informazioni sulle aree di diffusione della Covid-19, inoltre, è necessario valutare i rischi e i benefici di un viaggio di lavoro ed evitare che a partire siano i lavoratori più a rischio, ossia i più anziani o persone con patologie come diabete, malattie cardiache e polmonari. Se il coronavirus comincia a diffondersi anche nelle aree in cui si lavora, chiunque abbia tosse o febbre bassa (poco superiore ai 37 gradi) deve rimanere a casa. Dovrebbero stare e lavorare da casa anche chi ha assunto farmaci come il paracetamolo, ibuprofene o aspirina, che possono nascondere i sintomi dell’infezione. “I datori di lavoro dovrebbero cominciare a fare tutte queste cose ora, anche se la Covid-19 non è ancora arrivata nelle comunità in cui si lavora”, precisa il documento.

Via: Wired.it

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Credits immagine copertina: STIL on Unsplash

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