Così il cervello riconosce gli errori

Cosa succede nel cervello quando commettiamo un errore? A far luce sui meccanismi alla base del riconoscimento degli sbagli sono stati i ricercatori dell’Institut de Neurosciences des Systèmes e del Cnrs alla Aix-Marseille Université: gli scienziati raccontano infatti su Science di aver individuato la zona del cervello che per prima rileva gli errori nelle azioni umane, un’abilità importantissima per l’adattamento all’ambiente e la risposta agli stimoli. Si tratta dell’area supplementare motoria, una regione che si occupa prevalentemente della coordinazione dei movimenti complessi e finora non era ritenuta coinvolta in attività cognitive. I neuroscienziati, infatti, credevano che il controllo degli errori fosse esercitato unicamente dalla zona del cingolo rostrale, responsabile dell’apprendimento emozionale.

Gli scienziati, coordinati dall’italiana Francesca Bonini, hanno valutato l’attività elettrica dei neuroni in cinque pazienti sottoposti a esami preoperatori. “I soggetti”, spiega Bonino a Galileo, “sono stati sottoposti al Simon task, una prova in cui bisogna muovere velocemente un joystick a destra o sinistra in base al colore visualizzato su uno schermo. A volte, naturalmente, si sbaglia: in questo caso abbiamo visto che, contrariamente a quello che si pensava finora, aumentava l’attività dell’area supplementare motoria”. In sostanza, spiega Bonino, questa regione del cervello è sempre attiva – esegue una sorta di attività di sorveglianza sulle attività in corso – ma il suo grado di attivazione aumenta quando il cervello si accorge che è stato commesso un errore. “In gergo scientifico, quindi, si tratta di un meccanismo non binario”, dice la ricercatrice. Cioè, più semplicemente, l’attivazione dell’area supplementare motoria non è di tipo “on-off” ma graduale.

“I risultati dello studio”, continua ancora Bonino, “ci aiuteranno a far luce su malattie in cui osserviamo un problema nel riconoscimento degli errori, come il Parkinson e alcune forme di autismo”. E magari – ma questo è uno scenario più futuristico – a migliorare l’interazione uomo-macchina, sviluppando software in grado di capire quando il cervello umano si rende conto di sbagliare.

Riferimenti: Science doi:10.1126/science.1247412

Credits immagine: lapolab/Flickr

1 commento

  1. L’obiezione di un ignorante: ma non è che la zona è attivata a fine preventivo, dato che in natura ad un errore segue: “scappa”? Non è un ragionamento teleologico; non potrebbe essere che sia impostata una serie di funzioni relative a ciò che un errore composta?

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