Così il cervello vince la sofferenza

È la prima prova sperimentale che la corteccia cerebrale non solo riceve i segnali del dolore dal sistema nervoso periferico ma è capace anche di modularlo, modificando completamente l’esperienza dolorosa individuale. A presentarla sulle pagine di Nature è un gruppo di ricerca della University of California di San Francisco, guidato da Luc Jasmin, a cui partecipa anche un ricercatore italiano Alberto Granato. Il team ha individuato non solo la zona dove avverrebbe la regolazione del dolore, la corteccia prefrontale insulare, ma anche lo strumento utilizzato dal cervello per inibire le sensazioni dolorose, i neurotrasmettitori Gaba, suggerendo in questo modo un target per possibili future terapie. Per scoprirlo gli scienziati hanno aumentato i livelli di Gaba nel cervello di topi di laboratorio ottenendo così un effetto analgesico. Non solo. L’azione del Gaba si estende anche sull’amigdala, la parte del cervello coinvolta nei processi di attenzione e paura, oltre che dolorosi. In particolare se l’attività di questa zona non viene inibita dal neurotrasmettitore la sensazione di dolore aumenta. “I risultati dimostrano che la modulazione del dolore segue due percorsi opposti”, ha spiegato Peter O’Hara professore di anatomia nello stesso ateneo statunitense. “L’effetto doppio è con ogni probabilità una caratteristica peculiare della modulazione del dolore, e pensiamo che uno sbilanciamento nella produzione delle sostanze della corteccia sia alla base dello stimolo doloroso cronico”. (m.ca.)

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