Categorie: Società

Così la birra ha addomesticato l’uomo

Meglio un goccio di birra che un tozzo di pane. I nostri antenati, secondo Patrick McGovern, direttore del Biomolecular Archaeology Project for Cuisine, Fermented Beverages and Health alla University of Pennsylvania, avrebbero abbandonato la vita nomade e istituito le prime comunità agricole spinti dalla prospettiva di iniziare a preparare la “bionda”. Per esigenze di sete, insomma, più che di fame. Ma la sua non è un’opinione condivisa.

Prima la birra, poi il pane

La teoria più largamente accettata dalla comunità scientifica, infatti, sostiene che i raccolti agricoli di diecimila anni fa fossero usati per la preparazione del pane – ma McGovern ha un’opinione diversa, come ha raccontato a Nautilus: “La birra ha innumerevoli effetti benefici. Un alto contenuto di vitamina B e lisina, per esempio. Inoltre, è molto più sicura da bere rispetto all’acqua, perché il processo di fermentazione uccide batteri e virus. Con il suo quattro per cento di contenuto alcolico, era considerata un potente alterante della mente e una sostanza medicinale“. Tanto che, secondo lo scienziato, gli antichi produttori di birra erano considerati medici dalle comunità preistoriche.

Birrai come sciamani

Secondo McGovern, l’uomo preistorico avrebbe imparato a produrre la birra partendo da una specie di “pappa” a base di orzo. Il lievito naturale, forse fornito dagli insetti, avrebbe fermentato tale pappa, creando una sostanza gelatinosa alcolica, l’antenato della birra moderna. Si tratta, in effetti, di una ricetta più semplice di quella del pane, che richiede, oltre alla mietitura, la macinazione e la cottura. Ma c’è dell’altro. Secondo McGovern, la produzione e il consumo di birra aveva anche un forte impatto sociale: la bevanda era largamente utilizzata in cerimonie e celebrazioni, più o meno come accade oggi.

La teoria dello scienziato statunitense non è del tutto nuova: già negli anni cinquanta, Robert Braidwood, esperto di storia antica del Medio Oriente alla University of Chicago, analizzando grano e falci rinvenuti negli insediamenti dei Natufiani – una popolazione vissuta quindicimila anni fa nell’attuale Giordania – era arrivato a una conclusione analoga. Soprattutto perché la tecnologia di mietitura allora disponibile avrebbe portato a “produzioni di cibo troppo scarse rispetto al lavoro richiesto”: per questo motivo, secondo Braidwood, i nostri antenati avrebbero preferito “qualcosa di più gratificante e prezioso del cibo: l’alcool”.

Credits immagine: jenny downing/Flickr

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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  • A proposito di birra industriale, sarebbe interessante sapere quanto Acido Citrico contiene una lattina di birra? L'acido citrico usato come correttore di acidità è un acido presente in natura, per es. il limone lo contiene. Ma nessuno credo ingerisca 100 limoni al giorno...perché a quel punto l'acido citrico di 100 limoni causerebbe qualche problemino. Questo per dire che l'acido citrico in dosi piccolissime (?), il punto interrogativo è voluto perché non ci sono studi pubblicati sul dosaggio di tale acido, non è dannoso per la salute, ma in quantità eccessive (?) cosa accade ? Chi mai berrebbe una lattina da 33cl di acido citrico ?

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