Categorie: AmbienteSocietà

Costa Concordia, cosa succede ora

Le operazioni per rimettere in asse la Costa Concordia sono terminate questa mattina alle 4.00, quando il relitto della nave ha raggiunto la posizione verticale, poggiandosi sul falso fondale creato per supportarlo. Ci sono volute 19 ore, ma “meglio di così  non sarebbe potuto andare”, ha commentato il responsabile per la Costa Crociere, Franco Porcellacchia. Completata la terza fase dell’impegnativoParbuckling Project, considerata la più delicata dell’intero progetto gestito dalla società statunitenseTitan Salvage in collaborazione con l’italiana Micoperi, le operazioni di recupero del relitto sono sì a buon punto (dopo venti mesi dal disastro) ma ben lungi dall’essere ancora concluse.

Dopo il riassetto in posizione in verticale, ora infatti i tecnici del progetto dovranno stabilizzare il relittoed esaminare a fondo lo stato della fiancata rimasta adagiata per tutto questo tempo sul fondale, che si presenta alquanto deformata, come testimoniano le foto scattate stamani alla luce del giorno. Per poter procedere alle fasi successive, ovvero al montaggio dei cassoni di galleggiamento dal lato terra (così come già avvenuto sul lato mare), è necessario infatti prima mettere in sicurezza la fiancata e solo dopo sarà possibile installare i cassoni, quindici in tutto sul lato destro. 

Questi cassoni, insieme quelli posizionati sul lato sinistro dello scafo, nella fase finale del progetto di rigalleggiamento agiranno quindi come una sorta di ciambella per il relitto, ma prima sarà necessario svuotarli dell’acqua attraverso un sistema pneumatico. Una volta eliminata l’acqua, i cassoni risolleveranno il relitto, fornendo la spinta necessaria per staccarlo dal falso fondale creato per adagiarlo. Ad operazione conclusa, solo 18 metri circa dello scafo della nave rimarranno sommersi e solo allora questa potrà essere portata via dal Giglio (presumibilmente, ma non è ancora detto, verso il porto di Piombino, dove avrebbe quindi luogo la fase di smantellamento). Quando non è chiaro: le ultime notizie si riferiscono alla prossima primavera, e in ogni caso sul sito del progetto la deadline è fissata per l’estate del 2014. 

Intanto, però, le primissime operazioni dopo il ribaltamento si limiteranno a stabilizzare il relitto, così che si possa procedere alla ricerca dei corpi dei due dispersi che ancora mancano all’appello dellevittime del disastro.  

 

Via: Wired.it

Credits immagine: The Parbuckling Project

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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