Categorie: Ambiente

Coste: allarme cemento

Il Touring Club fa il punto sullo stato dei litorali italiani. Sempre più assediati dall’edilizia selvaggiaIl patrimonio costiero in Italia.Una risorsa in pericoloTouring Club Italiano 1997 Gridava Seneca: “Dovunque il litorale si curverà in una baia, voi getterete subito delle fondamenta e, contenti solo del terreno che create artificialmente, incalzerete il mare fin dentro”. Tempi lontani, quelli del filosofo romano. Eppure la sua triste previsione si è avverata, e oggi il degrado delle coste italiane, ormai invase dal cemento, è irreversibile. Infatti, negli ultimi cent’anni, solo pochi tratti di costa sono stati risparmiati dalla cementificazione. La drammatica situazione del litorale italiano è stata presa in considerazione dal Touring club italiano che, in un dossier presentato recentemente a Roma alla presenza del ministro dell’Ambiente, Edo Ronchi, ce ne offre un quadro completo. In Italia ragioni storiche e ambientali, come la paura dei pirati o di malattie pericolose quale la malaria, hanno fatto sì che i litorali rimanessero in gran parte spopolati. Mentre è sulle alture che si sono concentrati la maggior parte degli insediamenti. Questa situazione si è protratta fino alle soglie del XX secolo. Ma nel corso di questo secolo, con maggiore intensità negli ultimi decenni, le coste del Belpaese hanno cambiato volto. I porti si sono dilatati in vaste zone industriali e le piane costiere, bonificate dalle paludi e dalla malaria, sono state ampiamente popolate. Le piccole città d’anteguerra nate per il turismo balneare sono cresciute in città lineari mentre le vaste “marine” sono sorte come diramazione dei paesi interni. La Sardegna, terra interamente circondata dal mare dove per tradizione la popolazione ha sempre preferito abitare all’interno, ha ora grazie all’Aga Khan le coste più belle e selvaggie d’Italia “abbellite” da ville eleganti e yacht inquinanti. E infine la Liguria, da sempre considerata un’eccezione – il suo sviluppo, fin dall’antichità, per evidenti limiti fisici è avvenuto tutto sulle coste – ha visto ulteriormente deturpate le sue coste. Basti pensare alla cittadina di Rapallo che viene presa a esempio di speculazione edilizia. Secondo il dossier del Touring club, che riporta le ultime indagini effettuate dal Wwf, pochi tratti di costa italiana sono stati risparmiati. Si calcola che esistano solo sei ambiti costieri liberi con una lunghezza superiore ai 20 chilometri e solo 33 compresi tra i 10 e i 20. Costa selvaggia è considerato il 5,4 per cento dei nostro litorali, mentre il 13,7 per cento viene definito semi-selvaggio. Ciò che rimane viene invaso da città, banchine, strade, ferrovie. Ma è soprattutto l’enorme quantità di edifici ad aver alterato la morfologia delle coste della penisola. Tra casupole e palazzoni se ne contano quasi 8 milioni, per la maggior parte abitati solo nel periodo estivo. Messi insieme formano un totale di tre miliardi e 150 milioni di metri cubi di cemento e potrebbero dar vita a un super edificio, alto 15 piani, adagiato lungo 8.000 chilometri di costa.

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