Covid, le diete vegetariane potrebbero abbassare il rischio di infezione

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(Foto: engin akyurt su Unsplash)

Secondo l’Oms, lo scorso dicembre sono stati registrati in tutto il mondo circa un milione e 190 mila casi di infezione da Covid-19, oltre 280 mila in più rispetto ai 28 giorni precedenti. Il Sars-CoV-2, insomma, come ormai sappiamo, ha ripreso a circolare. E la comunità scientifica continua a chiedersi, fra le altre cose, se le abitudini alimentari possano avere un peso sulla probabilità di contrarre la malattia, o sul fatto di svilupparne una forma più o meno grave. Dai risultati di uno studio pubblicato su BMJ Nutrition Prevention & Health è emerso che il fatto di seguire una dieta basata principalmente su alimenti di origine vegetale sembra essere collegato a un ridotto rischio di contrarre l’infezione. La cautela, tuttavia, è d’obbligo: gli stessi autori sottolineano infatti che si tratta di uno studio osservazionale, con il quale non è possibile stabilire un chiaro rapporto causa-effetto fra le variabili prese in considerazione. Allo stesso tempo, altri studi condotti in passato erano giunti a conclusioni simili. Vediamo meglio i dettagli.

Lo studio

Il gruppo di ricercatori dell’Università di São Paulo (Brasile) ha reclutato, fra marzo e luglio del 2022, 702 volontari adulti di nazionalità brasiliana, che hanno messo a disposizione informazioni riguardo alle proprie caratteristiche socio-demografiche, alla propria dieta e al decorso di eventuali infezioni da Covid-19. Di questi, il 47% ha dichiarato di aver contratto il Covid-19 in forma lieve (32%) o in forma da moderata a grave (15%). Inoltre, dei 702 partecipanti totali, 424 si sono dichiarati onnivori, mentre i restanti 278 hanno dichiarato di basare la propria dieta soprattutto su alimenti di origine vegetale.

Questo secondo gruppo è stato ulteriormente diviso in due sottogruppi: uno costituito da 87 persone che hanno dichiarato di mangiare carne al massimo tre volte per settimana, e uno che comprende i restanti 191 partecipanti, che hanno dichiarato di seguire una dieta vegana o vegetariana, ovvero di non consumare carne.

I due gruppi principali non mostrano differenze sostanziali per quanto riguarda età, sesso e vaccinazione contro il Sars-CoV-2. Tuttavia, il gruppo degli onnivori presenta mediamente un numero più elevato di persone con condizioni mediche o fattori di rischio di vario tipo, incluso un maggior numero di persone sovrappeso o obese, e un minor numero di persone che praticano regolarmente attività fisica.

I risultati

Prendendo in considerazione i vari fattori confondenti, come peso corporeo, condizioni mediche concomitanti e livello di attività fisica, è emerso che il gruppo di persone che segue una dieta basata principalmente su alimenti di origine vegetale presenta un rischio del 39% più basso di contrarre il Covid-19 rispetto al gruppo che si è dichiarato onnivoro. Non sono invece emerse differenze sostanziali dal punto di vista della gravità dei sintomi fra i componenti dei due gruppi che hanno contratto la malattia.

I precedenti

Uno studio precedente, anche questo pubblicato su BMJ Nutrition Prevention & Health, aveva raggiunto conclusioni simili prendendo in esame in quel caso le informazioni fornite da personale medico-sanitario di sei diverse nazioni: Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno UnitoStati Uniti. Il sondaggio era stato condotto fra luglio e settembre del 2020 e aveva coinvolto un totale di oltre 2.800 partecipanti, di cui 568 avevano contratto il Covid-19 in forma molto lieve o lieve (430), o da moderata a grave (138). Dai risultati era emerso che le persone che basano la propria dieta principalmente su alimenti di origine vegetale, o che consumano oltre agli alimenti di origine vegetale anche pesce e molluschi, presentano rispettivamente il 73 e il 59% di probabilità in meno di contrarre il Covid-19 in forma da moderata a grave rispetto a chi invece non seguente nessuno di questi due regimi alimentari.

La cautela è d’obbligo

Come anticipato, però, saranno necessari ulteriori studi per confermare questi risultati: studi di questo tipo (osservazionali) non permettono infatti di trarre conclusioni dirette di tipo causa-effetto. Si tratta in generale di un quadro complesso, e moltissimi fattori non sempre facilmente controllabili potrebbero avere un ruolo inaspettato sulle variabili prese in esame.

“Questa ricerca si aggiunge alle prove esistenti, suggerendo che la dieta può avere un ruolo nella suscettibilità all’infezione da COVID-19”, commenta, riferendosi allo studio più recente, Shane McAuliffe, Senior Visiting Academic Associate presso il NNEdPro Global Institute for Food, Nutrition and Health, che è co-proprietario del BMJ Nutrition Prevention & Health insieme al BMJ. “Ma questa – conclude McAuliffe – rimane un’area di ricerca che richiede ulteriori indagini rigorose e di alta qualità prima di poter trarre conclusioni definitive sul fatto che particolari regimi alimentari aumentino il rischio di infezione da COVID-19”.

Via: Wired.it

Credits immagine: engin akyurt su Unsplash

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