Da Babbage al Web

Fabrizio Luccio, Linda Pagli
Storia matematica della rete
Bollati Boringhieri 2007, pp. 201, euro 16,00

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L’informatica è una scienza giovane, si sente sempre dire. Beh, forse lo si poteva affermare quando facevo l’università io, e in effetti a quei tempi Scienze dell’Informazione era la cenerentola tra le facoltà di Scienze; ma ormai sono passati più di sessant’anni dalla sua nascita ufficiale, e dovremmo al più dire che è una scienza nel fiore dei suoi anni. Ma non è vero nemmeno questo; in fin dei conti, anche tralasciando la macchina addizionatrice di Pascal oppure l’Analytical Engine di Babbage, l’informatica si basa su concetti matematici studiati secoli, se non millenni, addietro.

In questo libro Fabrizio Luccio e Linda Pagli, entrambi professori di informatica all’Università di Pisa, mostrano appunto come il concetto di rete di calcolatori si basi su una quantità notevole di nozioni. Alcune di esse possono sembrare incongrue, come ad esempio la nascita della scrittura; ma anch’essa è importante, perché è stato il primo modo per riuscire a conservare le informazioni nella maniera che oggi definiremmo “off-line”… e anche il primo momento in cui qualcuno – nella fattispecie, Socrate – si lamentò che lo sviluppo tecnologico avrebbe reso gli uomini sempre più ignoranti.

Il libro è diviso in due parti: nella prima viene appunto data una rapida panoramica sui fondamenti matematici su cui si basa Internet, mentre nella seconda si parla della Rete in senso stretto, anche se con un taglio ben diverso da quello che si può generalmente trovare nelle usuali descrizioni. Gli allergici alla matematica possono stare (relativamente…) tranquilli: è vero che si parla di argomenti tecnici come codici, crittografia, e numeri primi ma il testo è stato scritto senza usare formule, e anzi cercando esempi al di fuori della matematica per quanto possibile. Nella prima parte, che ha un taglio prettamente storico, il capitolo dedicato alle leggi a potenza è probabilmente il più interessante, anche se forse il più ostico per chi non è abituato a questo tipo di ragionamenti: esso mostra infatti come in buona parte dei casi in cui ci si imbatte in una successione ordinata di elementi si possa stimare qual è il rapporto di frequenza tra un elemento e quello successivo nella lista… più o meno l’opposto di quello che oggi viene chiamato “coda lunga”, e che riguarda invece gli elementi che restano escludendo quelli che occorrono più spesso. Il tema è molto importante, come si vede nel seguito del libro, ma stranamente non è mai stato molto citato nei testi di matematica divulgativa.

La seconda parte, come detto, tratta di Internet in senso stretto, anche se comunque con inizia con una breve storia della comunicazione per giungere alla teoria dei grafi applicata alla rete. Si parla di www, motori di ricerca, page rank, Dns: ma anche di teoria dei giochi e calcolo distribuito. Il tutto viene scritto senza soluzione di continuità, con uno stile scorrevole e divertente che da un lato rende piacevole la lettura e dall’altro mima un po’ la navigazione in rete, che raramente è lineare e piuttosto permette tutta una serie di digressioni pur restando in vista dell’obiettivo finale. L’appendice, con un elenco dei vari significati che la parola “rete” può avere in italiano corredata da esempi pratici da Giuseppe Mazzini a Niccolò Carosio, è un perfetto compendio al testo.

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