Da dove viene l’argon?

Diversamente da quanto si crede,  i gas nobili presenti nell’atmosfera come l’argon potrebbero non provenire dal mantello terrestre. Secondo uno studio pubblicato su Nature, infatti, le teorie sul degassamento del magma presente all’interno della Terra andrebbero riviste alla luce dei nuovi dati raccolti dal Rensselaer Polytechnic Institute di New York.

I gas di cui si compone la nostra atmosfera vengono rilasciati dalle eruzioni vulcaniche dopo che, a livello del mantello superiore (lo strato immediatamente sotto la crosta terrestre, che ha inizio tra i 10 e i 35 chilometri di profondità), diverse rocce si fondono insieme. Gli scienziati hanno sempre pensato, però, che i gas nobili come lo xeno, l’elio e l’argon si comportassero come elementi incompatibili con gli altri minerali nella fusione parziale del mantello, salendo verso la crosta terrestre prima che la fusione avesse inizio. Per questo sono sempre stati considerati eccellenti traccianti naturali per la valutazione dei processi di degassamento magmatico.

Ma Bruce Watson e colleghi sono convinti che le cose non vadano proprio in questo modo. Innanzitutto hanno scoperto che l’argon è più compatibile con gli altri materiali di quanto si pensasse e che, inoltre, la percentuale di argon nel mantello sembra non essere tanto elevata quanto si ritene comunemente.
Ma come si spiega allora l’abbondanza di questo elemento nell’atmosfera? Gli autori dello studio hanno ipotizzato che possa essere rilasciato dalla crosta oceanica, costituita da minerali che di argon sembrano essere ricchi
La variazione della composizione chimica delle manifestazioni gassose rappresenta un importante indicatore delle dinamiche del magma. Questi risultati possano influenzare non soltanto le teorie sul degassamento magmatico della Terra, ma anche quelle che riguardano altri pianeti, come Marte e Venere, dal momento che la composizione del mantello è simile. (m.g.)

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