Categorie: Ambiente

Da Goos nuovi dati sugli oceani

Il mare è un sistema complesso, e per gli oceanografi non è facile prevedere il suo comportamento dal punto di vista fisico, chimico e biologico. Un nuovo strumento a disposizione di questi studiosi è oggi il Global Ocean Observing System (Goos), un sistema di osservazione, diagnostica e previsione dello stato degli oceani e dei mari costieri. Nato nel 1993 su iniziativa della Intergovernamental Oceanographic Commission (Ioc) e dell’International Council for Scientific Unions (Icsu), il servizio Goos permetterà una migliore salvaguardia degli oceani aperti e delle zone costiere, consentendo una maggiore efficienza alle centinaia di attività che vi si svolgono. Se il Goos verrà realizzato su scala mondiale, inoltre, potrà servire a migliorare le conoscenze nel campo del “global change”, e a comprendere meglio i fenomeni di circolazione delle acque su scala planetaria. Da questo punto di vista, quello che gli studiosi già sanno è che gli Oceani trasportano calore dalle zone equatoriali (dove la Terra ha un bilancio termico positivo) alle regioni polari (dove la Terra ha un bilancio termico negativo), scambiando calore con l’atmosfera e influenzando fortemente il clima. Nelle regioni polari, il raffreddamento delle acque superficiali e la formazione di ghiaccio provocano la formazione di acque dense, che affondando danno origine alla circolazione profonda. Dopo aver subito lunghi travagli, le acque risalgono poi verso la superficie, contribuendo così alla grande circolazione oceanica. Nel corso di questi processi avviene il trasporto di anidride carbonica, che viene fissata dalle acque fredde delle regioni polari e rilasciata nell’atmosfera dalle acque surriscaldate nelle aree tropicali ed equatoriali, dopo aver interagito con gli organismi marini. L’anidride carbonica rappresenta infatti il prodotto fondamentale necessario alla fotosintesi clorofilliana. Il risultato di questi processi è la biomassa primaria (cianobatteri, fitoplancton, alghe sessili e piante). Un altro importante consumo di anidride carbonica proviene dalla costruzione dei gusci di carbonato di calcio e magnesio di alcuni organismi marini. Questo scambio di anidride carbonica tra l’oceano e l’atmosfera influenza molto il clima mondiale. Tuttavia non sono disponibili lunghe serie temporali di dati in grado di descrivere le variazioni dei processi oceanici che giocano un ruolo fondamentale su scala mondiale. Proprio a questa mancanza dovrebbe provvedere il sistema Goos. Interessati al nuovo sistema sono anche i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Nel 1994 è stata infatti fondata EuroGoos (European Association for Global Ocean Observing System), alla quale partecipano 22 membri di 14 nazioni europee. Due anni più tardi, su iniziativa del Cnr, è stato formato un gruppo di lavoro per progettare e realizzare un sistema di osservazione e previsione per il Mediterraneo, che l’associazione definisce “un’area marina di specifico interesse”. Il gruppo di lavoro (al quale partecipano tutti gli stati europei che si affacciano sul Mediterraneo e alcuni stati extra Ue) ha predisposto un progetto, “A Mediterranean Forecasting System for deep and coastal Areas”, che è stato presentato alla Ue ed è attualmente in valutazione. EuroGoos ha individuato come possibili utenti e beneficiari del servizio tutte quelle industrie e attività che sfruttano il mare e le sue risorse (petrolio e gas, pesca, estrazione mineraria) ma anche quelle interessate alla sua difesa e alla gestione dell’inquinamento, alla protezione delle coste e al turismo. E ancora, gli addetti alle operazioni portuali, alla navigazione marittima, all’acquacoltura e alla salute pubblica.

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