La stessa tecnologia utilizzata per lo studio delle particelle subatomiche, che ha portato alla scoperta dei top quark nel 1995, potrebbe permettere in futuro di conservare e restaurare le più antiche registrazioni sonore. I fisici di Berkeley Carl Haber e Vitaly Fadeyev hanno mostrato come gli stessi sistemi che vengono usati per descrivere le traiettorie delle particelle elementari negli acceleratori, “ripulendo” i dati rilevanti dal rumore di fondo, possono servire a rimodellare i salti e le imprecisioni del suono registrato su un vecchio disco o nastro ormai irrimediabilmente deteriorato. Da un suono discontinuo si può passare cosi a un segnale sonoro continuo, senza imprecisioni, che poi in ultima battuta viene digitalizzato. La digitalizzazione di vecchie registrazioni meccaniche mediante questo sistema potrebbe rendere accessibili migliaia di vecchi brani musicali, discorsi storici e altri documenti che, oggi, non possono essere ascoltati poiché registrati su supporti fragilissimi e facili da danneggiare. Lo studio di Haber e Fadeyev è nato nell’ambito di un progetto comune tra la Library of Congress degli Stati Uniti e il Berkeley National Laboratory. (a.l.)
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