Categorie: Vita

Dentro il cervello di un rapper

“Non so da dove venga l’ispirazione. Sembra che note e parole arrivino da sole”, è la risposta frequente di musicisti e cantanti interrogati su ispirazione e creatività. Chi pensa che sia solo una frase costruita ad arte per alimentare un mito personale di artista semidivino, oggi ha l’occasione di ricredersi. Secondo uno studio pubblicato su Nature, infatti, il processo creativo comporta la disattivazione delle regioni laterali prefrontali del cervello, e proprio per questo motivo l’autore ha spesso la percezione che la sua creazione si verifichi “al di fuori della consapevolezza cosciente”, come si legge nell’articolo.

Gli autori del lavoro – un’équipe di neuroscienziati del National Institute on Deafness and Other Communication Disorders, coordinati da Siyuan Liu e Allen Braun – hanno sottoposto a risonanza magnetica funzionale il cervello di dodici rapper mentre eseguivano freestyle, la specialità hip-hop in cui bisogna improvvisare una canzone in rima su una base. Per capire cosa accade nella mente degli esseri umani durante il processo creativo, i ricercatori hanno fatto prima recitare agli artisti una serie di testi precedentemente imparati a memoria, e poi li hanno lasciati liberi di scatenarsi nell’improvvisazione: confrontando le scansioni cerebrali durante le due fasi dell’esperimento è stato possibile osservare quali aree dell’encefalo sono legate alla creatività dei rapper.

Durante il freestyle, gli scienziati hanno osservato una diminuzione dell’attività cerebrale in una regione del lobo frontale detta corteccia dorsolaterale prefrontale e un aumento nella corteccia prefrontale mediale. Braun sostiene che questo meccanismo avviene proprio per agevolare il processo creativo: “Quello che abbiamo visto è una sorta di rilassamento delle aree del cervello coinvolte nell’esecuzione di attività non creative, per consentire la distrazione dell’artista rispetto all’ambiente circostante e diminuire filtri e censure mentali. Tutte cose che favoriscono la creatività”.

Il passo successivo dei ricercatori è capire cosa accade nel cervello dopo lo scoppio iniziale di ispirazione creativa: non è stato possibile capirlo osservando i rapper, perché nel freestyle l’improvvisazione è un processo che dura dall’inizio alla fine della performance, ma si potrebbe farlo studiando, per esempio, gli scrittori, i poeti o gli stessi scienziati. L’ipotesi di Liu è che la creatività si possa scomporre in due stadi successivi: “La prima fase è quella dell’improvvisazione spontanea, in cui si generano nuove idee. Quello che potrebbe succedere dopo è una sorta di processo di revisione, in cui si vagliano e rielaborano le proprie creazioni”.

Tra gli autori del lavoro figura il rapper Open Mike Eagle. Anche lui ha sostenuto di essere “tra quelli che improvvisano. Eppure non sono sicuro della provenienza della mia ispirazione. È proprio nella natura dell’improvvisazione”. Gli appassionati possono gustarsi qui la sua esibizione a Knocksteady TV.

Via: Wired.it

Credits immagine: Roel Wijnants/Flickr

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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