Devianze da pesticidi

Sostanze che si insinuano nell’organismo umano modificandone il sistema neuroendocrino. Il complesso di relazioni cioè che determinano e regolano le funzionalità riproduttive, che svolgono importanti funzioni legate al comportamento e alla sopravvivenza. A mettere così a rischio la salute sono pesticidi, erbicidi e residui industriali. Le dosi a cui sono immessi nell’ambiente è tale da non provocare danni immediati, ma l’accumulo di tali sostanze altera gravemente la funzionalità di alcuni organi. Come hanno dimostrato i ricercatori del dipartimento di Biologia Evolutiva e Funzionale dell’Università di Parma guidati da Paola Palanza con uno studio su topi di laboratorio.

Il gruppo di ricerca ha esposto in dosi comparabili con quelle rilevate nell’ambiente dei ratti, in periodi critici dello sviluppo, ad agenti xenobiotici come l’estrogeno sintetico DES (dietilstilbestrolo) e due inquinanti estrogenici, il bisfenolo A e il metossicloro. “Durante l’ultima settimana di gestazione, alle femmine di topo è stato somministrato olio di mais in cui erano disciolti i composti estrogenici”, ha spiegato Palanza durante il workshop promosso dalla Scuola Internazionale di Etologia del Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice. “Alla nascita delle nidiate sono stati rilevati alcuni parametri indicativi dello stato di sviluppo dei piccoli. Il comportamento materno espresso dalle femmine è stato esaminato per i 15 giorni successivi alla nascita. Allo stesso tempo la prole è stata esaminata per lo sviluppo neuro-comportamentale e poi sottoposta a test comportamentali specifici dallo svezzamento fino all’età adulta”.

La ricerca ha messo in evidenza che l’esposizione a basse dosi di estrogeni ambientali durante la gravidanza ha prodotto un’alterazione del comportamento materno. In particolare, le madri hanno dimostrato di trascorrere meno tempo ad allattare i piccoli e nel nido, anticipando così il processo di svezzamento. I piccoli dal canto loro mostrano un’accelerazione di alcun riflessi neuromotori. Lo sviluppo del comportamento aggressivo sembra essere ritardato nei topi maschi esposti alla dose minore di MXC, mentre sia i maschi che le femmine esposti al metossicloro, e parzialmente al bisfenolo A, presentano una maggiore reattività nei confronti degli stimoli nuovi durante l’adolescenza (novelty-seeking). Di più. “L’esposizione prenatale al metossicloro, specialmente nelle femmine, aumenta il livello di attività locomotoria a causa di una riduzione della densità dei recettori della dopamina D1”, spiega ancora Palanza.

Dati allarmanti che devono preoccupare anche se “la mancanza di effetti immediati sull’uomo dell’uso di particolari sostanze chimiche, ha fortemente rallentato la crescita dell’attenzione verso il problema”, ha sottolineato Stefano Parmigiani, ordinario presso lo stesso ateneo. “Non stiamo parlando di veleni che producono effetti immediati, visibili; ma di sostanze che, se entrano in contatto con un organismo vivente in fase di sviluppo, interferiscono con il suo sistema ormonale”. In altre parole. Allo stesso modo in cui alcuni farmaci sono vietati durante la gravidanza, “la stessa attenzione dovrebbe essere prestata dagli organismi competenti per regolamentare l’uso di pesticidi ed erbicidi, in maniera da proteggere i soggetti maggiormente a rischio”.

La situazione è critica anche negli Stati Uniti dove “in media gli agricoltori impiegano dosi cinquanta volte superiori a quelle che potrebbero essere sufficienti per ottenere buoni risultati”, come ha affermato Frederick Vom Saal, del dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università di Missouri. “La cosa è ancor più grave se pensiamo che negli ultimi anni i pesticidi sono diventati sempre più potenti”. Secondo Vom Saal, addirittura, in alcune zone ricche degli Usa, “è oggi possibile abolire totalmente l’uso di pesticidi, in quanto il quantitativo della produzione è talmente elevato che costringe gli agricoltori a distruggere ingenti quantitativi di prodotti”.

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