I dieci traguardi scientifici del 2023, secondo Science

2023
(Foto: JJ Ying su Unsplash)

Tradizionalmente è uno dei primi ad arrivare, a ridosso di Natale. Parliamo del bilancio che la rivista Science fa stilando la sua classifica delle scoperte della scienza o più in generale dei traguardi e dei temi che hanno segnato – tendenzialmente nel bene, ma senza dimenticare i passi indietro o le speranze disattese – l’anno che sta per chiudersi. In genere in maniera abbastanza trasversale – molti dei quali abbiamo raccontato anche qui a Wired – cercando di coprire più ambiti. E il 2023, secondo il giudizio di Science, è stato senza dubbio l’anno dei farmaci contro l’obesità, anche se non strettamente per questo, anche considerato che sono arrivati negli anni precedenti. Scrive infatti Jennifer Couzin-Frankel nel lungo pezzo che introduce agli highlight del 2023 quello che sta per finire è stato l’anno che ha riconosciuto a questi farmaci la capacità di ridurre il rischio di complicazioni associate all’obesità, migliorando la salute dei pazienti.

I farmaci contro l’obesità, la “scoperta” dell’anno per Science

Parliamo in particolare del semaglutide (capostipite della classe dei farmaci antiobesità, che imita l’ormone Glp-1) che ha mostrato di poter abbassare il rischio di infarto, di ictus e di migliorare i sintomi legati all’insufficienza cardiaca nelle persone obese. Negli ultimi tempi però questi farmaci sono diventati interessanti anche per la possibilità di utilizzarli anche in altri campi, magari contro le dipendenze, ricorda Couzin-Frankel. Ma sarebbe impossibile al tempo stesso dimenticare tutti i problemi associati al loro utilizzo, sia per i pesanti effetti collaterali, che per le incognite sulla loro efficacia sul lungo periodo e, non da ultimo, per la loro disponibilità. Parliamo infatti di farmaci indicati in primis per la gestione del diabete, ma le prescrizioni contro l’obesità alimentano la loro carenza. L’Aifa per l’Italia ha appena fatto sapere che questa interesserà anche il 2024.

Un nuovo vaccino contro la malaria

Continuando a stilare i successi nel campo della medicina, il 2023 è stato anche l’anno in cui è arrivato un nuovo vaccino contro la malaria, ​​R21/Matrix-M, con un’efficacia del 75%, circa il doppio rispetto al precedente RTS,S/AS01. Il nuovo vaccino è stato sviluppato dall’Università di Oxford e dopo l’approvazione del Ghana nella scorsa primavera, alla fine del 2023 anche l’Organizzazione mondiale della sanità ne ha raccomandato l’utilizzo. La malaria è ancora oggi una malattia da 600 vittime ogni anno, soprattutto tra i bambini.

Nuovi trattamenti contro l’Alzheimer

Ancora, sul fronte della ricerca medica, il 2023 per la rivista verrà ricordato anche per le nuove promesse di trattamento contro l’Alzheimer, in particolare grazie allo sviluppo di anticorpi monoclonali. Anche in questo caso, come per i farmaci contro l’obesità, le potenzialità di questi nuovi trattamenti – lecanemab e docanemab – sono quanto meno discusse, come vi avevamo raccontato. I motivi, ricorda Science, sono diversi: efficacia contenuta, effetti collaterali importanti e incognite sul lungo termine.

Impronte umane antichissime in Nord America

Dobbiamo al polline, in particolare a quello di alcune conifere, e ad alcuni grani di quarzo invece, la scoperta che ha segnato il 2023 sul fronte archeologico per Science. E’ stato infatti grazie all’analisi di datazione compiuta su questi campioni che alcuni ricercatori hanno potuto confermare l’antichità delle impronte rinvenute nel White Sands National Park, in Nuovo Messico. Risalgono a circa 21 mila anni fa, e confermano la presenza, scrivevano proprio su Science gli autori della scoperta, della comparsa dell’uomo in Nord America durante l’ultimo massimo glaciale. Prima di quanto creduto.

Previsioni meteo puntuali, grazie all’AI

È tempo, è proprio il caso di dire, di cambiamenti grazie all’intelligenza artificiale. Nell’anno (o meglio negli anni) in cui non c’è stato praticamente ambito non toccato dall’AI, a distinguersi per la rivista Science è senza dubbio la rivoluzione che sta apportando nel campo della meteorologia. Ne aveva parlato anche Wired Us (qui il pezzo integrale), raccontando dei successi del sistema di AI di Google per le previsioni meteo, GraphCast, in grado di imparare grazie ai dati raccolti dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) nel corso di decenni.

Super-super computer

Rimanendo nell’ambito dell’informatica, Il 2023 ha sancito anche l’avanzata dei computer exascale, in particolare con l’utilizzo di Frontier, la macchina da record dell’Oak Ridge National Laboratory, e che permette di spingerci dove mai prima, a velocità impensabili. E Science cita infatti l’utilizzo del supercomputer a scopo di ricerca, nel campo della scienza dei materiali e delle simulazioni climatiche come esempio di questa avanzata.

Il “rumore di fondo” delle onde gravitazionali

Le onde gravitazionali sono state protagoniste, ancora, anche nel 2023, e lo sono state abbastanza da meritarsi un posto nella top ten di Science. L’occasione stavolta, dopo le scoperte da Nobel annunciate nel 2016, è stato l’annuncio della scoperta di un “coro” di onde gravitazionali da parte del North American Nanohertz Observatory for Gravitational Waves (NANOGrav), un potente “rumore di fondo”, come lo hanno definito i ricercatori. La sua identificazione è stata possibile utilizzando i segnali radio provenienti da stelle pulsar, solitamente molto regolari, ma che possono venire alterati dalle onde gravitazionali. “La probabile fonte di queste onde gravitazionali sono coppie distanti di buchi neri ultramassicci che orbitano molto vicini tra loro”, aveva spiegato Stephen Taylor, a capo della collaborazione NANOGrav, annunciando la scoperta.

L’idrogeno naturale sottoterra

Abbiamo un disperato bisogno di nuove fonti pulite di energia e una delle possibili risposte a queste necessità si chiama idrogeno. Un campo sempre più vivo negli ultimi anni, anche in Italia, pur con tutti i limiti del caso. Ma non solo nel nostro paese. L’interesse verso l’idrogeno negli ultimi tempi è impennato anche grazie alle scoperte dei depositi di idrogeno naturale sottoterra, un’alternativa alle varie modalità di produzione, ricorda Science citando gli sforzi, che arrivano da più fronti, per lo sfruttamento di questa risorsa. Uno su tutti: il programma del Dipartimento di energia statunitense per il finanziamento e lo sviluppo di tecnologie per l’estrazione sostenibile di questo idrogeno.

Correnti oceaniche che rallentano

Non può essere considerata tra le migliori, nel senso di buona, ma di certo è una delle scoperte più importanti del 2023 secondo Science quella che le correnti oceaniche degli abissi stanno rallentando. Diversi studi infatti hanno fornito prova di questo rallentamento, presumibilmente collegato ai cambiamenti climatici. Queste correnti contribuiscono a regolare il clima, la cattura di carbonio e il bilancio dei nutrienti nelle acque, e il loro rallentamento potrebbe avere ripercussioni importanti su tutto questo.

Più opportunità per gli scienziati

L’ultimo, non per posizione in classifica, traguardo celebrato per l’anno che sta per chiudersi dalla rivista riguarda il movimento di giovani ricercatori e accademici che da più parti, soprattutto oltreoceano, si sono mobilitati per chiedere finanziamenti e un trattamento economico più giusto. Un movimento che sembra aver prodotto qualche incoraggiante risultato.

Via: Wired.it

Credits immagine: JJ Ying su Unsplash

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