Dimentichiamo perché ricordiamo

“Richiamare alla mente alcuni ricordi ha come lato oscuro quello di farne dimenticare altri, sopprimendoli”, spiega Maria Winber della University of Birmingham. Ebbene sì: il consolidamento di nuovi ricordi nella nostra memoria è possibile grazie a meccanismi di controllo del nostro cervello, che per “fare spazio” ne cancellano altri. Insomma, ricordiamo perché dimentichiamo. A dimostrarlo è il nuovo studio realizzato dalla University of Birmingham in collaborazione con la Mrc Cognition and Brain Sciences Unit di Cambridge e pubblicato su Nature Neuroscience, che mostra le incredibili capacità di memoria selettiva inconscia del nostro cervello, un campo in cui nulla sembra essere lasciato al caso.

“Siamo abituati a pensare all’atto di dimenticare come qualcosa di passivo. La nostra ricerca rivela che le persone sono più attive di quanto si rendano conto nel plasmare ciò che ricordano della loro vita. L’idea che ricordare possa causare l’oblio è sorprendente”, afferma Michael Anderson della Mrc Cognition and Brain Sciences Unit di Cambridge, co-autore dello studio.

La ricerca, pubblicata durante la settimana mondiale del cervello, che si celebra dal 16 al 22 marzo, mostra quindi un lato del tutto inaspettato della memoria. Per la prima volta il gruppo di neuroscienziati è riuscito a identificare e isolare il processo responsabile del consolidamento di ricordi nel nostro cervello, rivelando come il continuo richiamare alla memoria di episodi provochi il degradarsi di ricordi “concorrenti”.

Grazie a moderne tecniche di imaging, come la risonanza magnetica funzionale, sono stati in grado di monitorare l’attività cerebrale indotta da ricordi individuali. Ai 24 volontari che hanno partecipato allo studio è stato chiesto di effettuare differenti test mnemonici, come ricordare memorie individuali basandosi su immagini indicate in precedenza o associare a immagini di personaggi famosi come Albert Einstein alcune parole.

I risultati ottenuti suggeriscono quindi che il nostro cervello dimentica attivamente ciò che potrebbe distrarci. Nel rafforzare alcuni ricordi, ne facciamo affievolire altri.

“L’atto di dimenticare”, continua Maria Wimber, “è da sempre visto come un processo negativo, ma naturalmente può essere incredibilmente utile quando si cerca di superare un brutto ricordo del nostro passato. Questo studio potrebbe pertanto aiutare molte persone con problemi legati a tali questioni.”

Ma c’è di più. “I risultati sono rilevanti per tutto ciò che si basa sulla memorizzazione, esempio calzante le testimonianze oculari. Quando un testimone viene sollecitato a raccontare informazioni specifiche su un evento e viene interrogato più e più volte, questa ripetizione potrebbe andare a discapito dei ricordi ad esso associati, dando l’impressione che la sua memoria sia discutibile. Effettivamente il richiamo ripetuto di quei dettagli ne sta causando la degradazione.”

Riferimenti: Nature Neuroscience doi:10.1038/nn.3973

Credits immagine: Wade Morgen/Flickr CC

 

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