Display a basso consumo

    Orientare, con un irrisorio dispendio di energia, le molecole dei cristalli liquidi all’interno dei display. L’obiettivo sta per essere raggiunto grazie alla progettazione di molecole fluide con proprietà ferroelettriche, capaci, cioè, di lasciarsi agevolmente influenzare da un campo elettrico. Si tratta di un’innovazione che porterà a importanti applicazioni pratiche nel campo della tecnologia delle comunicazioni. La scoperta è destinata, in primo luogo, ad allungare sensibilmente l’autonomia dei computer portatili, dei telefonini cellulari, dei notebook e a migliorare la qualità delle immagini a colori. Il progetto – elaborato da Claudio Zannoni del dipartimento di chimica fisica e inorganica dell’Università di Bologna e da due ricercatori, sempre dell’ateneo felsineo, Roberto Berardi e Matteo Ricci – è stato presentato durante un workshop organizzato dalla Scuola internazionale di Cristalli Liquidi del Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice.

    Per orientare le molecole dei cristalli liquidi contenuti nei display – dal pc al telefono cellulare – si consumano grandi quantitativi di energia, limitando così l’autonomia delle batterie. In natura le molecole influenzabili dai campi elettrici sono solo quelle dei solidi, per questo i tre ricercatori dell’ateneo bolognese hanno pensato di realizzare un modello per la produzione in laboratorio di molecole sintetiche di fluido con queste caratteristiche. Giungendo a una svolta decisiva. L’importanza della novità la racchiude, con un’analogia, Zannoni: “Disporre di molecole di fluidi con proprietà ferroelettriche è come avere la capacità di farsi sentire dal pubblico di una piazza parlando, a bassa voce, soltanto con uno di loro. Non c’è alcun bisogno di gridare o impiegare un altoparlante. Ecco, oggi, per alimentare gli attuali display, siamo costretti a gridare. Domani basterà parlare con un filo di voce, risparmiando moltissima energia”. Non è cosa da poco. Il modello adesso passa in mano ai chimici che, in laboratorio, sono chiamati a sintetizzare la nuova molecola.

    A chi noi è mai capitato – utilizzando un computer portatile in un luogo dove non e’ possibile usufruire dell’energia elettrica – di dover conservare subito un file per non rischiare di perdere tutto il lavoro? Chi è rimasto “vittima” di questo limite della tecnologia, sicuramente, ha sperato di poter lavorare in futuro in maniera sicura, senza rischiare di perdere documenti anche con un pc non collegato alla rete elettrica. Presto, questo sogno si trasformerà in realtà: i computer avranno molte più ore di autonomia rispetto alle due, tre, attuali. I progressi della tecnologia, infatti, consentiranno ai pc di spendere sempre meno energia per funzionare. Al momento però non è possibile stabilire con precisione a quanto ammonterà il risparmio energetico utilizzando display costruiti con le nuove molecole sintetizzate. Zannoni, comunque, parla di “un risparmio molto sensibile”. Attorno al progetto si è scatenato l’interesse delle multinazionali. Da anni infatti i colossi del settore sono alla ricerca di sistemi in grado di risparmiare energia. Una corsa spasmodica per cercare di soddisfare una clientela sempre più vasta, eterogenea ed esigente. I display, anno dopo anno, hanno allargato il loro campo applicativo: non più soltanto pc , televisori a schermo piatto, videoproiettori e videocamere, ma anche giochi elettronici che simulano viaggi nella realtà virtuale.

    E tra pochi anni i display, divenuti sempre più efficienti, consentiranno l’uso, fino a poco tempo fa impensabile, dei telefoni cellulari di terza generazione. Nonostante la grandissima espansione e il successo ottenuto in trent’anni di vita – i cristalli liquidi sono sul mercato dal 1970 – negli ultimi mesi hanno avuto un calo di “popolarità” fra gli addetti ai lavori. Addirittura, c’è chi ha ipotizzato – nella recente conferenza annuale della Society for Information Display – la possibilità che i cristalli liquidi potessero essere soppiantati dalla tecnologia Oled, diodi organici emettitori di luce. Il lavoro dei ricercatori italiani rappresenta ora una sorta di riscatto per i cristalli liquidi e li allontana dal rischio di un pensionamento coatto.

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