Divieto di animali, falso allarme

Parlare di scuola quando le vacanze estive sono appena cominciate può sembrare strano. Ma, in seguito a una delle ultime circolari dell’anno emanate dal Ministero della Pubblica Istruzione, urge un chiarimento.

Il titolo della circolare è “Nota sull’impiego di animali nelle scuole primarie e secondarie – divieto uso di animali e obbligo di utilizzo di metodi alternativi”. È vietato utilizzare qualsiasi tipo di animale e in qualunque caso, dunque? La richiesta di una spiegazione arriva da parte di direttori didattici e insegnanti di scienze piuttosto allarmati, visto che l’oggetto della nota è decisamente perentorio, mentre il testo rimane più vago, facendo però riferimento anche a provvedimenti penali.

La circolare è stata emanata lo scorso 29 aprile dalla Direzione generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione, in seguito a una sollecitazione da parte della Lega italiana antivivisezione (Lav): “La Lav”, si legge infatti nelle prime righe del documento, “ha segnalato il verificarsi di episodi, non isolati e diffusi su tutto il territorio nazionale, di impiego di animali o loro parti per esercitazioni didattiche in scuole primarie e secondarie, relativamente alle quali sono in corso indagini preliminari a seguito di denunce dell’associazione stessa”. Il testo prosegue ricordando che la legge 189 del 2004 definisce l’animale un “bene penalmente rilevante da tutelare” e sanziona le uccisioni non necessarie. Inoltre, la direttiva europea 609 dell’86 (recepita in Italia con il decreto legislativo 116 del ’92) stabilisce che l’impiego di animali va evitato quando esistano metodi alternativi. Ancora: il nostro Ministero dell’Istruzione, nel febbraio del 2007 ha firmato un protocollo d’intesa con la Lav al fine di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole”.

Cerchiamo allora di chiarire il lecito e l’illecito, e cosa esattamente intendesse il Ministero quando ha redatto la circolare. Per esempio, è possibile organizzare una gita al mercato del pesce per spiegare agli studenti le differenze e le analogie tra le specie acquatiche? E portare in laboratorio un pollo comprato in macelleria per una lezione di anatomia? O mostrare una lumaca raccolta, magari, nel giardino sotto la scuola? La risposta, che arriva direttamente dal Ministero, è sì. Purché, ovviamente, nel rispetto della vita degli animali, delle regole igieniche e della sensibilità degli studenti. Non si può, invece, uccidere né maltrattare esemplari per scopi didattici.

“La nota non fa che ricordare le normative vigenti, ma non vieta in generale l’uso degli animali nelle classi”, chiarisce Roberto Uboldi, direttore generale della sezione del Ministero da cui è partita la circolare: “È invece punibile penalmente il loro maltrattamento e si richiede che, quando possibile, si faccia a meno del loro utilizzo durante le spiegazioni. Anche perché esistono modelli e strumenti alternativi davvero efficaci che ben servono gli scopi didattici”. Non è quindi illegale mettere sotto il microscopio una fettina di prosciutto, mentre lo è sezionare rane o altri animali uccisi appositamente. Come è avvenuto lo scorso novembre in una scuola elementare della provincia di Varese, dove un veterinario ha ucciso e sezionato in classe un coniglio. “È stato per questo episodio che abbiamo chiesto al Ministero di ricordare alle scuole il protocollo d’intesa e le leggi in vigore”, ha commentato Roberta Bartocci, responsabile dei settori Vivisezione e Vegetarismo della Lav: “Le segnalazioni di violazione della legge per cui siamo intervenuti nell’arco di un anno sono state sei o sette”.

Se per la Lav qualsiasi ricorso agli animali è pedagogicamente discutibile, per molti insegnanti e dirigenti scolastici le esercitazioni – quando condotte coscientemente e all’interno della normativa vigente – hanno un valore insostituibile. E trovano paradossale che la scuola non possa mostrare agli studenti ciò che si ritrovano nel piatto a ora di pranzo. Comunque, i professori di biologia e i maestri di scienze possono passare un’estate serena: nessuno di loro finirà in prigione per un’ala di pollo sulla cattedra.

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