Categorie: Vita

Doppia elica? No, quadrupla

Anomale, transitorie e finora un’esclusiva dei laboratori. I quartetti di Dna – molecole costituite da quattro eliche di materiale genetico – sembravano fino a oggi prerogative solo degli esperimenti in vitro, non esistenti in natura. Ora invece un team di ricercatori guidati da Shankar Balasubramanian della University of Cambridge ha scoperto che questi quartetti esistono anche in vivo, nelle cellule cancerose umane e che si formano soprattutto quando queste sono in procinto di dividersi. La scoperta, pubblicata su Nature Chemistry, arriva a pochi giorni dal sessantesimo anniversario di quella storica di Watson e Crick e potrebbe aprire le porte allo sviluppo di nuovi farmaci contro le cellule tumorali.

I quadruplex, come li chiamano i ricercatori, si formano in regioni ricche di guanina (una delle quattro basi che costituisce il nostro codice genetico), che si organizzano nello spazio fino a formare una sorta di quadrato. Queste strutture  – che i ricercatori hanno potuto osservare immobilizzandole tramite degli anticorpi specifici e sostanze bloccanti, visto che sono solo transitorie – sarebbero presenti soprattutto al centro dei cromosomi e alle loro estremità, nei telomeri, porzioni spesso modificate nelle cellule cancerose. Questa caratteristica, insieme al fatto che i quadruplex si accumulano in prossimità della mitosi – il processo di divisione cellulare, molto attivo nei tumori – le renderebbe per ora caratteristica delle cellule cancerose e quindi un potenziale target nella lotta alla proliferazione incontrollata di queste cellule. In modo selettivo, risparmiando le sane.

Malgrado questo, come spiega Balasubramanian, non è da escludere l’esistenza di questi quadruplex anche in cellule normali, sebbene in forme diverse da quelle trovate nelle cancerogene. Come riporta New Scientist, infatti, lo scienziato crede che siano alcune modifiche tipiche della cancerogene a innescarne la formazione, come le mutazioni genetiche. “Spero”, conclude il ricercatore, “che la nostra scoperta serva a mettere in discussione  il dogma secondo cui sappiamo tutto della struttura del dna perché Watson e Crick l’hanno scoperta nel 1953”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Jean-Paul Rodriguez and Giulia Biffi

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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