Categorie: Spazio

Animali nello Spazio

Nebulosa del lamantino. A dare questo strano nome alla nebulosa W50 è stato il National Radio Astronomy Observatory lo scorso 19 gennaio. L’occasione era il Florida Manatee Festival e l’obiettivo era quello di attirare l’attenzione, d’accordo con il Crystal River National Wildlife Refuge dove si trovano diversi esemplari di lamantini in pericolo, sul 40° anniversario dell’Endangered Species Act. Insieme al nome è stata rilasciata anche un’immagine (vedi galleria fotografica) che non lascia spazio a dubbi riguardo l’appropriatezza.

La nuvola di gas e polvere è tutto quello che resta dell’esplosione di una supernova avvenuta circa 10mila anni fa nella costellazione dell’Aquila, e oltre alla somiglianza ci sono molti particolari che l’accomunano al raro animale. Tanto per cominciare, come la nebulosa è visibile attraverso un telescopio in grado di individuare onde radio a bassa energia rilasciate dai gas, anche i lamantini sono difficili da osservare nei bassi e torbidi fondali dove vivono e possono essere individuati solo grazie a bolle d’aria che emettono e alla scia che lasciano nell’acqua.

Inoltre, le cicatrici a forma di arco della nebulosa, scolpite al suo interno da particelle rilasciate durante l’esplosione ricordano quelle che molti di questi animali portano a testimonianza dell’incontro con i motori e le eliche delle barche. Infine, la nebulosa ha impiegato diecimila anni ad assumere questa forma e anche i lamantini hanno lungo periodi di gestazione (12-14 mesi) e infanzie molto lunghe rispetto ad altri animali (dai due ai cinque anni).

Quella del lamantino è solo l’ultima di una folta schiera di nebulose che devono il loro nome a una somiglianza con qualche animale della Terra, come per esempio quella dell’Aquila, quella della Testa di Cavallo o quella del Granchio. Eccovele tutte insieme in una galleria fotografica di Wired.com per verificare se i nomi rispecchiano una reale somiglianza.

Via: Wired.it

Credits immagine: Sopra: NRAO/AUI/NSF, K. Golap, M. Goss; NASA’s Wide Field Survey Explorer (WISE). Sotto: Image used with permission from Tracy Colson

Caterina Visco

Laureata in Scienze Biologiche, ha lavorato come web content editor per il portale medico Yahoo!Salute. Nel 2009, dopo uno stage a Internazionale, approda a Galileo, dove, oltre contribuire alla produzione dei contenuti, è community manager e coordinatrice della redazione. Scrive per diverse testate giornalistiche tra cui L'espresso, Wired, Le Scienze, Mente e Cervello, Nova - Sole 24 ore, Il Venerdì di Repubblica.

Articoli recenti

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

16 ore fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

4 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

6 giorni fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

7 giorni fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

1 settimana fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più