Categorie: Ambiente

Duemila alberi da salvare

Chissà cosa avrebbe pensato Torquato Tasso, che tanto amava le sue querce, alla notizia che in Italia sono in pericolo 2000 alberi secolari. Infatti, dal censimento del Corpo forestale dello Stato è emerso che molti dei monumenti vegetali come il “gigantesco castagno dei 100 cavalli” alle pendici dell’Etna, età stimata tra 2 e 4000 anni, rischiano di morire. “Questo perché in Italia non esiste una legge nazionale di protezione specifica per gli alberi”, spiega Giuliano Castiglia ispettore del Corpo forestale dello Stato, “e a parte i parchi nazionali, la tutela del territorio dipende dalle singole regioni. Basti pensare che nelle Marche la quercia è protetta mentre a livello nazionale no. Altre regioni, come il Lazio, prevedono addirittura la possibilità di dichiararle monumenti nazionali”.Certo esistono anche isole felici come il Parco nazionale d’Abruzzo impegnato nella difesa di questi patriarchi della natura. “Da oltre vent’anni nessun albero secolare è stato tagliato”, afferma Franco Tassi, direttore del parco, “siamo riusciti ha salvare circa 6 milioni di alberi, tra cui i pini la cui età si aggira intorno ai 500 anni. Questo grazie all’Ente parco che ogni anno risarcisce ai comuni i diritti di taglio”. Ma il pericolo per gli alberi monumentali arriva anche dal fenomeno del taglio abusivo. La tecnica è di intaccarli alla base provocandone la morte. A quel punto il comune concede l’autorizzazione all’abbattimento. “Bisogna correre ai ripari”, affermano alla direzione generale del Corpo forestale dello Stato, “stiamo lavorando con il Ministero dell’ambiente e il Ministero della cultura per attuare strategie nazionali che impongano ai privati dei vincoli. Spesso questi alberi si trovano su terreni privati. E a loro piacimento i proprietari possono decidere di abbatterli”.Gli alberi secolari hanno un valore storico e scientifico, ma sono anche un anello importante della catena ecologica. Uccelli, mammiferi e molti microrganismi trovano rifugio nei loro cavi e si cibano dei loro tronchi. Secondo il censimento le specie da salvare con urgenza sono la palma nana, di cui esistono pochi esemplari in Sicilia e Sardegna, la quercia vallonea, il pino loricato, con un esemplare di circa 950 anni, e l’enorme Olivo di S.Antonio a Gallura con la veneranda età di 3000 anni.

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