Ebola, cosa serve per frenare l’epidemia

Servono 600 milioni di dollari per contrastare l’epidemia di ebola, per ora incontrastabile e fuori controllo. È quanto fa sapere l‘Organizzazione mondiale della sanità, allarmata dalla crescita inarrestabile delle infezioni e delle morti, ormai arrivate a 1900. Meno di una settimana fa erano 1500, e questa impennata non fa che dimostrare come ebola sia (ancora) incontenibile, al di là di tutti gli sforzi messi in campo per contenerla.

Per questo proprio oggi, fa sapere la Bbc, l’Oms si riunirà a Ginevra per discutere ancora una volta sulle misure straordinarie da adottare contro il virus, guardando soprattutto ai trattamenti sperimentali più promettenti. Tra questi di certo si guarda con particolare speranza a Zmapp, il cocktail di anticorpi monoclonali che si è mostrato completamente efficace nel salvare dei macachi infettati col ebola virus. E le speranze, anche se debolmente, continuano a crescere per il farmaco.

Dopo la guarigione dei due americani trattati con Zmapp (accolta comunque con cautela dalla comunità scientifica), arriva infatti la notizia anche della guarigione del primo paziente inglese trattato con lo stesso farmaco. Stessa cautela anche per il suo caso, che comunque farebbe ben sperare. Il ventinovenne William Pooley infatti aveva contratto il virus mentre si trovava come infermiere volontario in Sierra Leone. Tornato in patria alla fine di agosto, dopo aver ricevuto un infusione degli anticorpi monoclonali contenuti in Zmapp, Pooley si è pian piano ripreso, mentre i medici osservavano una significativa diminuzione del virus nel suo sangue, fino a dichiarare il paziente guarito.

Mentre cominciano le procedure per testare anche l’efficacia di eventuali vaccini contro ebola, Medici senza frontiere non parla tanto di farmaci, ma punta il dito contro una risposta internazionale che giudica “mancante”. “Dopo sei mesi della peggiore epidemia di Ebola nella storia, il mondo sta perdendo la battaglia per arginarla” ha commentato la presidente di Msf Joanne Liu: “I leader mondiali stanno fallendo nell’affrontare questa minaccia transnazionale. L’annuncio dell’Oms dell’8 agosto, che definiva l’epidemia ‘un’emergenza di salute pubblica di interesse internazionale’, non ha portato a un’azione decisiva: gli stati si sono sostanzialmente uniti in una coalizione dell’inazione”. Quel di cui ci sarebbe bisogno, tuona Msf, è l’invio di personale addestrato (medici civili e militari) da parte dei paesi con capacità di risposta ai disastri biologici. Per fare cosa? Ingrandire gli ospedali con reparti di isolamento, migliorare i trasporti di personale e materiali tra le aree colpite, allestire nuovi laboratori mobili per la diagnostica, migliorare la gestione dei cadaveri, sensibilizzare la popolazione sulle misure igieniche e sanitarie da adottare.

Vai: Wired.it

Credits imamgine: European Commission DG ECHO/Flickr

1 commento

  1. Un tema classico di molti film di fantascienza, si sviluppa immaginando che degli astronauti giungano su di un remoto pianeta, e scoprono che una civiltà aliena molto avanzata, di cui rimangono imponenti rovine, è stata totalmente distrutta da un epidemia.
    E a questo punto in tutti gli spettatori sorge spontanea una domanda:
    come è possibile che una civiltà avanzatissima venga distrutta da un virus?
    Adesso abbiamo la risposta:
    basta guardare la leggerezza e la pochezza di mezzi con la nostra “civiltà” sta affrontando Ebola.

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