Ecco gli effetti della tempesta solare

Una nuvola di radiazioni cosmiche che viaggiano a migliaia di chilometri al secondo: in pratica, è la più grande eruzione solare dal 2005. La notte tra il 22 e il 23 gennaio (nel video quella avvenuta il 19 gennaio) la nostra stella ha emesso un flash di luce ultravioletta che investirà oggi la Terra e perdurerà fino a mercoledì. Secondo la scala elaborata dallo Space Weather Prediction Center (Swpc) americano, questa tempesta magnetica sarà di livello moderato G2, ma potrebbe anche raggiungere G3 (dove il massimo è G5). Nessuna paura, non ci sono pericoli per la vita sul nostro pianeta. 

Gli ultimi aggiornamenti diramati attraverso la pagina Facebook dello Swpc, prevedono che il picco dell’esplosione solare dovrebbe raggiungere l’emisfero nord del nostro pianeta verso le 15 di oggi pomeriggio. Non c’è niente di cui preoccuparsi, ma nel frattempo sembra che alcuni aerei di linea in volo sulle regioni polari abbiano variato la propria rotta e ridotto la quota per evitare possibili disturbi alla strumentazione di bordo. 

Come ipotizza Scientific American, se le perturbazioni causate dalla tempesta solare dovessero raggiungere il livello G3 potrebbero anche verificarsi delle interruzioni momentanee dei sistemi di navigazione GPS e delle trasmissioni radio. Solo nei casi più gravi le tempeste magnetiche scatenate dal Sole arrivano a danneggiare i satelliti e causare massicci blackout come quelli del 13 marzo 1989. In compenso, queste perturbazioni del campo magnetico terrestre possono generare anche spettacolari aurore boreali a latitudini molto basse. 

Le tempeste solari sono eventi molto comuni che interessano la superficie del Sole e si verificano all’interno di un ciclo della durata di 11 anni. L’interno della nostra stella è infatti attraversato da correnti di plasma che inducono la comparsa di macchie solari. Si tratta di zone da cui scaturiscono flussi magnetici molto intensi, di solito accompagnati da esplosioni di enormi bolle di gas più potenti di un miliardo di bombe all’idrogeno. Proprio da qui hanno origine le perturbazioni geomagnetiche che investono la Terra. 

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