Ecco i canali sepolti di Marte

Lo aveva già svelato qualche tempo fa Curiosity, il rover inviato su Marte dalla Nasa: sul pianeta rosso, in passato, scorrevano corsi d’acqua (vedi Galileo: Curiosity trova tracce di fiumi marziani). Oggi possiamo esserne ancora più certi, grazie alle scoperte di un’équipe di ricercatori dello Smithsonian Institute, guidata da Gareth A. Morgan: gli scienziati hanno rivelato e ricostruito al computer l’esistenza di un sistema di canali alluvionali, ora prosciugati, nel sottosuolo di Marte. La scoperta, pubblicata su Science, è essenziale per lo studio dell’attività idrologica del pianeta rosso e per capire la ragione del cambio climatico avvenuto sul pianeta, che oggi appare arido e freddo.

I canali sono stati scoperti in una vasta regione pianeggiante chiamata Elysium Planitia grazie alle osservazioni della navicella Mars Reconnaissance Orbiter, che con il suo radar di bordo, lo Shallow Radar, ha monitorato costantemente lo strato sotto la superficie del pianeta rosso. Non è stato facile individuare i canali, perché la recente attività vulcanica del pianeta ha completamente ricoperto di lava tutta la regione, rendendo più difficile ricostruirne la storia geologica. Gli scienziati, grazie anche all’aiuto delle tecniche di modellizzazione computerizzata, sono riusciti a ricostruire una mappa tridimensionale del sistema di canali, esteso per più di mille chilometri, e suppongono che si sia originato da una vasta faglia tettonica sotterranea detta Cerberus Fossae.

È lo stesso Morgan a spiegarlo: “Sembra che le acque alluvionali si siano originate da un serbatoio profondo di acque sotterranee, che avrebbero eroso il sottosuolo e scavato i canali a causa dell’attività tettonica e vulcanica locale”. È curioso che un sistema sotterraneo sia stato scoperto grazie a un radar in orbita: “Il nostro lavoro”, conclude Morgan, “dimostra l’importanza di strumenti come questo per capire la geologia di Marte”.

Riferimenti: Science doi:10.1126/science.1234787

Credits immagine: Nasa / Mola Team / Smithsonian Institution

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