Allarme ambiente nell’Unione europea. Molti Paesi membri riversano acque di scarico non trattate nei loro fiumi, violando le norme stabilite circa 10 anni fa. Lo ha rivelato oggi una relazione della Commissione europea, dal titolo “Nome e vergogna”. Che ha stilato un elenco dei 37 Stati che inquinano le acque di mari e fiumi. Tra le città sotto accusa Bruxelles e Milano, con più di 150 mila persone dotate di impianti che non sono a norma. Tra i Paesi che sono in testa alla lista: Gran Bretagna, Spagna, Portogallo e Italia. Secondo il rapporto, infatti, i mari principalmente minacciati dalle acque di scolo sono il Mar del Nord, il Mar Baltico e l’Adriatico. Ma il fenomeno mette a rischio anche la salute dei bagnanti e turba il bilancio ecologico dei mari. “Le condizioni ambientali dell’Ue sarebbero diverse se la legislazione fosse sostenuta dagli Stati membri”, sostiene Margot Wallstrom, Commissario europeo per l’Ambiente. L’accordo firmato dagli Stati membri risale al 1991, ma il tentativo di regolamentare gli standard minimi per il trattamento delle acque di scolo è rimasto lettera morta. La Wallstrom tuttavia spera che un atteggiamento severo nei confronti dei trasgressori possa essere un esempio per i Paesi dell’Europa centrale e dell’Est che ancora devono entrare nell’Unione europea. (r.p.)
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