“SICURO” non è sinonimo di “medicalizzato”, ma quando si parla di gravidanza e di parto il confine tra i due termini può divenire labile. In medio stat virtus, si dice, ma dove sta questo medio? Se la tendenza è di medicalizzare il meno possibile questo momento della vita di una donna, la sfida è di trovare il giusto compromesso, soprattutto per le gravidanze a basso rischio. Di questo si parla dall’8 all’11 ottobre a Roma, al Congresso nazionale di ginecologia e ostetricia. Cerchiamo di chiarire i principali dubbi insieme a Giovanni Scambia, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo): dal “giusto” numero di ecografie all’integrazione di acido folico, dall’induzione del parto al ricorso all’anestesia epidurale.
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