Robert H. Frank
Polli contro balene. E altri piccoli enigmi quotidiani
Longanesi 2009, pp. 279, euro 17,60
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Professore di economia alla Cornell University e da qualche anno collaboratore del New York Times con una rubrica sulle pagine economiche, Robert H. Frank è riuscito con il suo “Polli contro balene” a mostrare la faccia migliore di una disciplina che generalmente stenta a conquistare l’interesse dei non addetti ai lavori. Come ha fatto? Con la solita formula vincente della buona divulgazione, ben nota oltreoceano e per lo più ignorata dalle nostre parti: semplificazione, pragmatismo e sintesi.
Lo scopo è quello di far capire a chi non ha familiarità con la materia e di ricordare a studenti universitari con una scarsa preparazione di base e a professori troppo presi da funzioni, teorie (le proprie) e tabelle, che l’economia ha un cuore che la tiene in vita e che batte al ritmo di “costi e benefici”. È da qui che qualunque ragionamento economico deve partire. Il rapporto tra i vantaggi e il prezzo pagato per ottenerli è la chiave per comprendere gli aspetti economici di molte scelte umane. Come la selezione naturale lo è per l’evoluzione biologica. Se in biologia ci chiediamo quale vantaggio evolutivo sia all’origine di determinate caratteristiche di una specie, in economia ci dobbiamo domandare qual è il guadagno che deriva da un’azione piuttosto che da un’altra.
Il “naturalista economico”, il termine con cui Frank indica la nuova figura di scienziato bio-economista, deve allenarsi quindi a risolvere quel tipo di quesiti, in modo da riuscire poi ad affrontare questioni più complesse. L’analisi dei costi e dei benefici è insomma l’abc del linguaggio economico, la «madre di tutte le idee economiche», la grammatica base senza la quale ogni conversazione diventa impossibile. Ma in cosa consiste esattamente?
Il principio costi-benefici afferma che «si dovrebbe intraprendere un’azione se e solo se il beneficio extra che ne consegue è maggiore del suo costo extra». Per dargli concretezza Frank lo immerge nella vita quotidiana ed elenca una serie di interrogativi da risolvere ricorrendo al “primo principio dell’economia”.
In undici capitoli si susseguono domande del tipo: perché il latte si vende in tetrapak squadrati, mentre le bibite gassate in lattine cilindriche? Perché i ritratti sulle monete metalliche sono di profilo, mentre quelli sulle banconote sono di fronte? Perché gli indumenti delle donne hanno i bottoni a sinistra e quelli degli uomini a destra? Perché i DVD sono venduti in custodie molto più grandi di quelle dei CD, anche se i due tipi di dischi hanno la stessa grandezza?
Sono le storie attraverso cui intelligentemente Frank decide di spiegare il principio dei costi-benefici, perché la narrazione è il modo più semplice per far comprendere i fenomeni economici: «poiché gli uomini si sono evoluti come narratori di storie, praticamente tutti trovano facile assorbire le informazioni in forma narrativa». Ecco brevemente alcune delle risposte, per dare un assaggio di quello che troverete nel libro: le bibite generalmente si bevono direttamente dal contenitore e quindi i produttori privilegiano la forma cilindrica che è più facile da tenere in mano anche se occupa più spazio negli scaffali del supermercato (che però non hanno costi di funzionamento), mentre per il latte, che non si beve dal cartone e che necessita di una conservazione in frigoriferi più costosa, si privilegia il risparmio di spazio (migliore beneficio al costo minore). I vestiti delle donne hanno i bottoni a sinistra per facilitare l’allacciatura da parte delle damigelle che anticamente le aiutavano a vestirsi. La produzione, oramai impostata in quel senso, non ha trovato alcun vantaggio nel cambiare la tradizione.
È sempre la convenienza economica a giustificare la differenza tra le custodie dei CD e dei DVD: i dischi in vinile avevano custodie sottili ed erano esposti in scaffali predisposti per quella misura, mantenere più o meno le stesse dimensioni per i CD consentì ai negozianti di non cambiare gli espositori. Al contrario le videocassette occupavano spazi maggiori e così i DVD hanno mantenuto custodie più ingombranti.
La cosa che stupisce e incuriosisce di più è che il principio “costi-benefici” si applica felicemente anche a questioni che con l’economia sembrano avere poco a che fare: comportamenti sociali, relazioni personali, tradizioni culturali, atteggiamenti psicologici (un interessante capitolo è intitolato “La psicologia incontra l’economia”).
Anche in questi casi “insospettabili” a guidare le scelte è sempre il confronto ponderato tra vantaggi e svantaggi.