Alcolici, quali sono gli effetti del consumo di vino sulla salute

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(Foto: Chris Montgomery su Unsplash)

L’Unione Europea ha deciso di concedere il via libera all’Irlanda per gli alert sanitari sulle etichette degli alcolici. E sì, anche su quelle di vino. Una scelta che ha fatto discutere prima sul piano politico, attirando le ire di nazioni come FranciaSpagna e Italia, fermamente contrarie a una mossa che potrebbe equiparare (nella percezione dei consumatori) gli alcolici a prodotti notoriamente dannosi per la salute come le sigarette. E poi nel mondo medico-scientifico. Sul fronte dei sostenitori della decisione di Bruxelles troviamo ad esempio Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova, che ha affidato il suo pensiero ad un lungo editoriale su La Stampa in cui accusa gli alcolici (tra le altre cose) di danneggiare il cervello, anche in caso di consumo lieve o moderato. Sul versante opposto Matteo Bassetti, che ha risposto facendosi immortalare con un calice di rosso, assicurando che un bicchiere di vino a cena non ha mai fatto male a nessuno. Chi ha ragione?

Vino e salute: a rischio non solo il cervello

Posto che ogni medico se si parla di consigli di salute si esprime come ritiene più opportuno – in “scienza e coscienza”, come si suole dire – quello che possiamo fare è vedere quali sono le ricerche più recenti sul rapporto tra l’alcol, il cervello e la salute più in generale, e cosa ci dicono dei rischi che corriamo bevendo in modo più o meno responsabile. Per prima cosa, perché si parla proprio del cervello? I danni più noti il consumo di alcol li produce in effetti sul fegato, come sanno un po’ tutti, ma in questo caso cirrosisteatosi epatica e altre problematiche più o meno gravi sono conseguenza di un abuso frequentenon del semplice bicchiere di vino con cui gli italiani amano mandare giù la cena. Stesso discorso per i problemi psicologici e per il rischio di incidenti a cui ci esponiamo ubriacandoci.


Alcol, anche una sbornia danneggia il cervello


Quando si parla di un influsso negativo dell’etanolo sul cervello, invece, alcune ricerche sembrano indicare un pericolo più subdolo. Gli effetti dannosi, cioè, emergerebbero anche in persone che consumano quella che viene considerata una dose standard di alcol al giorno, che solitamente è definita come un bicchiere di vino per le donne e due bicchieri per gli uomini (un bicchiere di vino è considerato equivalente a una lattina di birra, un bicchierino di grappa, e più in generale a 12 grammi di alcol puro).

Lo studio

L’ultima ricerca in questo campo (citata anche da Viola) è stata pubblicata su Nature Communications da un team di scienziati dell’università della Pennsylvania. Lo studio è stato svolto utilizzando la Uk Biobank, un grande database che raccoglie una miriade di informazioni sulla salute di centinaia di migliaia di cittadini inglesi, pensato proprio per effettuare studi sul rapporto tra stili di vita e malattie. I ricercatori hanno potuto analizzare oltre 36mila scansioni cerebrali di persone di mezza età di cui era conosciuto con precisione il consumo giornaliero medio di alcolici. E hanno valutato gli effetti che questo ha sul volume cerebrale e sulla microstruttura della materia bianca (la materia cerebrale composta da fasci di assoni, che svolge un ruolo importante nel garantire le nostre prestazioni cognitive).


Quanto durano gli effetti di una sbornia


Analizzando i dati a loro disposizione, i ricercatori hanno calcolato quindi l’influsso che ha il consumo di alcolici sul volume e sulla morfologia del cervello (caratteristiche correlate alla salute cerebrale) usando come riferimento quella che ci si aspetterebbe di trovare basandosi sugli altri parametri noti dei partecipanti. E hanno trovando la prova di alterazioni non solo in caso di forti bevitori, ma anche nei cosiddetti bevitori moderati, che consumano una o due unità alcoliche al giorno, per i quali in precedenza non esistevano risultati univoci.

I risultati

Quanto sono gravi i danni osservati? Per aiutarci a capirlo, gli autori dello studio hanno comparato gli effetti osservati con quelli che produce l’invecchiamento. Rispetto al cervello di un astemio, chi consuma un bicchiere di vino al giorno ha un cervello invecchiato di 6 mesi. Passare da uno a due bicchieri al giorno modifica invece la morfologia cerebrale come invecchiare di due anni. Quattro bicchieri al giorno, infine, producono un cervello 10 anni più vecchio di quello di un astemio.

Come valutare i pericoli, dunque? Considerando l’età media dei partecipanti, bevendo due bicchieri al giorno arrivati a 60 anni potreste ritrovarvi con il cervello di un 62 enne (più o meno). Con quattro bicchieri, mezzo litro, il cervello sarà quello di un 70. Questo ovviamente se le alterazioni osservate dai ricercatori sono effettivamente causate dal consumo di etanolo (cosa che il design dello studio in realtà non può dimostrare).


Binge drinking: l’alcol durante l’adolescenza modifica il cervelletto


Alcol e tumori

Un altro versante importante se si discute dei pericoli del consumo di quantità moderate di alcol è quello dei tumori. L’alcol etilico è una sostanza irritante (è inserita dall’Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, nel gruppo 1 delle sostanze certamente cancerogene), e il consumo regolare può aumentare direttamente il rischio di sviluppare alcuni tipi di neoplasie: tumori del cavo orale e delle labbra, tumori orofaringei in generale, cancro dell’esofago e della faringe, del colon retto, tumore al fegato e tumore al seno. Di recente, l’Oms ha pubblicato uno statement a riguardo, ricordando che le ricerche disponibili non permettono di calcolare una soglia di sicurezza per il consumo di alcolici: ogni bicchiere, per quanto infinitesimamente, aumenta cioè il rischio di sviluppare un tumore, e ovviamente le probabilità crescono all’aumentare del volume di alcol che si consuma.


Ecco gli effetti dell’alcol sul sistema immunitario


A tal proposito, uno studio del 2020 ha calcolato quanti tumori sono causati in Europa ogni anno dal consumo lieve e moderato di alcol (definito come inferiore a 20 grammi, poco meno di due bicchieri di vino). I calcoli sono riferiti al 2017, e parlano di 23mila tumori provocati direttamente da un consumo di alcol lieve o moderato. In totale, nel 2017 i tumori in Europa sono stati 3.723.600. Di questi 988.500 sono stati tumori per i quali l’alcol rappresenta un fattore di rischio noto. 172mila tumori attribuibili al consumo di alcol in generale, e 23mila la frazione che corrisponde al consumo lieve e moderato. Due bicchieri di vino al giorno quindi provocherebbero il 13,3% dei tumori correlati all’alcol in Europa, e il 2,3% di tutti quelli per i quali l’alcol rappresenta un fattore di rischio, e lo 0,62% di tutti i tumori.

Non tutti i tumori sono uguali, però. 10.900 tumori al seno sviluppati nel 2017 sono attribuibili ad un consumo lieve o moderato di alcol, praticamente la metà del numero totale di tumori legati al consumo lieve o moderato. A seguire, con percentuali molto più basse, troviamo il tumore del colon-retto, e quindi i tumori delle labbra e della cavità orale.

Come possiamo leggere questi numeri? Il consenso scientifico oggi ci dice che bere alcolici, in qualunque quantità, rappresenta un rischio (più o meno elevato) per la salute. Il rischio aumenta all’aumentare del consumo. E si somma, ovviamente, a quelli provenienti da altri comportamenti dannosi e fattori di rischio ambientali, come il fumo, l’obesità, l’inattività, il consumo eccessivo di carne, l’inquinamento atmosferico. E a quelli eventualmente presenti per via di familiarità genetiche per lo sviluppo di neoplasie. Avere le giuste informazioni è quindi fondamentale perché ognuno possa fare le proprie valutazioni sulla quantità di rischi che corre, e quelli che è disposto a prendersi per indulgere nel piacere di un bicchiere di vino o di una birra ghiacciata. 

Se sia il caso di ricordarli anche sopra le bottiglie, ovviamente, è un’altra storia. Di sicuro, è scorretto paragonare il consumo responsabile di alcolici al fumo di sigaretta, un’abitudine che solo in Europa provoca ogni anno oltre 750mila nuovi casi di tumore.

Via: Wired.it

Credits immagine: Chris Montgomery su Unsplash