Eolico: proteggiamo gli uccelli dal rischio di collisione

eolico
(Foto: Kranich17 via Pixabay)

Sempre più spesso sentiamo parlare dell’eolico come una delle alternative non inquinanti alle fonti fossili. Ma questa tecnologia è davvero a ridotto impatto ambientale? Secondo quali parametri devono essere scelti i siti per i parchi eolici? Ci sono limitazioni ambientali che dovrebbero farci scegliere altre fonti energetiche? Uno studio pubblicato su Journal of Applied Ecology punta l’attenzione sull’impatto che le infrastrutture eoliche potrebbero avere sugli uccelli, fornendoci informazione importanti per scelta dei nuovi siti, in modo da coniugare la lotta ai cambiamenti climatici con la salvaguardia della biodiversità.

L’eolico fa strage di uccelli?

Gli impianti eolici sono costituiti da turbine alte fino a 135 m e da linee di trasmissione elettrica alte fino a 60 m. Spesso di colore bianco, possono essere ostacoli poco visibili per gli uccelli provocandone la morte. Ma dati raccolti qualche anno fa dal U.S. Fish & Wildlife Service, l’agenzia del governo americano per la salvaguardia di pesci, fauna selvatica e piante, sedavano le preoccupazioni riguardo alla possibilità di una vera e propria strage di uccelli causata dalle turbine eoliche. Emergeva, anzi, che, almeno negli Stati Uniti, la maggiore causa di morte per gli uccelli fossero, in realtà, i nostri amici gatti.

Tuttavia, è ragionevole pensare che con l’intensificarsi della costruzione dei parchi eolici il rischio di collisioni possa diventare molto significativo per gli uccelli, almeno in alcune zone. Questo vuol dire che dovremmo smettere di guardare all’eolico come una fonte energetica dall’alto valore ambientale?

Assolutamente no, almeno secondo il team guidato da Jethro Gauld della University of East Anglia, a capo del lavoro: il punto di svolta, infatti, è identificare precisamente tramite misure GPS le aree in cui gli uccelli correrebbero un rischio maggiore di collisione con le turbine eoliche e le linee elettriche, ed escluderle dalla pianificazione dei nuovi parchi eolici. Se nelle zone classificate ad alto rischio si trovano già dei parchi eolici invece è comunque possibile mitigare i rischi di collisione osservando le abitudini di volo delle diverse specie di uccelli.

Individuare i siti sicuri

Il lavoro ha raccolto i dati estremamente precisi sulla posizione GPS di 1.454 uccelli di 27 specie diverse, per capire dove volano più frequentemente e a che altezza, identificando le zone più a rischio per il posizionamento delle turbine eoliche e delle linee di trasmissione. La ricerca ha coinvolto un team di esperti proveniente da 15 paesi diversi: in questo modo è stato possibile, infatti, incrociare un gran numero di posizioni in Europa e in Nord Africa.

I dati rivelano che le zone a maggiore rischio di collisione sono concentrate all’interno di importanti rotte migratorie, lungo le coste e vicino ai luoghi di riproduzione. Queste includono la costa del Mediterraneo occidentale, della Francia, la Spagna meridionale e la costa marocchina intorno allo Stretto di Gibilterra, la Romania orientale, la penisola del Sinai e la costa baltica della Germania. Realizzare delle infrastrutture in queste zone potrebbe in effetti aumentare in maniera importante il rischio di morte degli uccelli per collisione.

Gli autori sottolineano come, in queste zone, non tutte le specie corrono lo stesso rischio perché l’altezza a cui si muovono gli uccelli dipende dallo stile del volo e da come si procurano il cibo: la spatola euroasiatica, il gufo reale europeo, il cigno selvatico, l’aquila imperiale iberica e la cicogna bianca sono tra quelli che volano costantemente ad altezze dove la collisione con l’infrastruttura energetica sarebbe più probabile.

Nonostante l’enorme mole di dati GPS, dallo studio sono rimaste escluse alcune aree come la Francia settentrionale, la Spagna settentrionale, la Scandinavia, l’Algeria e la Libia, per le quali non sono ancora disponibili dati GPS, ma che potranno arrivare in futuro.

Mitigare gli effetti nei siti ad alto rischio

Lo studio, infine, ha permesso di identificare le aree in cui gli uccelli stanno ad alto rischio di collisione a causa della presenza di parchi eolici. Cosa si può fare in questi casi per ridurre l’impatto ambientale? Si possono prevedere periodi di spegnimento temporaneo che coincidono con il picco della stagione migratoria. Oppure, secondo quanto riportato in uno studio pubblicato sempre su Journal of Applied Ecology, si può monitorare in tempo reale il movimento degli uccelli attraverso sistemi sofisticati che accoppiano telecamere e procedure di machine learning. Così si può regolare il movimento delle turbine riuscendo ad anticipare l’arrivo di uccelli che planano anche ad altissima velocità, come le aquile. Più semplice, ma utile, è la soluzione di rendere le turbine e le linee di trasmissione visibili, colorando ad esempio le pale e marcando le linee di trasmissione elettrica.

Riferimenti: Journal of Applied Ecology

Credits immagine: Kranich17 via Pixabay