Epidemie, lo spettro della spagnola

1918. Il primo conflitto mondiale volge al termine e si cominciano a contare le vittime. Davanti agli orrori della guerra tutto passa in secondo piano. Anche la spaventosa epidemia di spagnola che, tra il 1917 e il 1918, ha fatto contare più decessi della guerra stessa. Le cifre stimate ammontano a 20-40 milioni di morti tra Europa e America, ma si suppone che vi siano state altrettante vittime nell’emisfero orientale, anche se mai registrate. E’ questo lo scenario sul quale si muove la ricerca di Gina Kolata, corrispondente scientifica del New York Times e autrice del libro “Epidemia”.

Dopo appena dieci anni, la spagnola è un male di cui nessuno vuole più sentire parlare. Tanto che rintracciarne le origini è diventata un’impresa impossibile. Il terribile virus della pandemia letale è scomparso nel nulla, così come era apparso. Il ricordo è già leggenda. Si parla di un virus diffuso dai tedeschi per sterminare gli eserciti nemici e propagato attraverso l’aspirina, ma l’ipotesi non regge visto che anche i tedeschi ne rimasero vittime. Oppure si allude alle trombe dell’Apocalisse: il castigo divino che punisce un’umanità belligerante.

Sono molti gli interrogativi ancora aperti. Nessuno sa dire da dove venisse quel virus, come si propagasse e perché fosse così letale. Ma soprattutto: perché colpiva solo i giovani? Almeno a questa domanda è possibile dare una risposta: probabilmente la spagnola era la mutazione letale di una precedente epidemia, risalente alla fine dell’Ottocento, che aveva reso immuni gli anziani e lasciato sprovvisti di difese i più giovani.

Su gli altri misteri legati all’epidemia, l’autrice ha costruito un thriller scientifico. Qualcuno infatti, nell’ombra, coltiva la segreta speranza di rintracciare il codice genetico del virus. Come? Andando alla ricerca di corpi sepolti nelle regioni polari e conservati ancora intatti dai ghiacci permanenti di quelle zone.

Alla ricostruzione storica di questa impresa scientifica, che dagli anni Cinquanta giunge fino ai giorni nostri, si accavallano le paure collettive di una nuova diffusione planetaria. Thriller nel thriller, Gina Kolata ci conduce nei laboratori dove le menti anonime, che ogni anno provvedono a vaccinarci contro le influenze stagionali, combattono contro il tempo per prevenire l’inevitabile.

Un affascinante saggio romanzato, insomma, che mette in luce i progressi della scienza medica e, insieme, la sua precarietà. Basta infatti un raffreddore dispettoso – la mutazione imprevista di un virus – per riaccendere l’incubo della spagnola.

Gina Kolata
Epidemia
Mondadori, 2000
pp. 318, £34.000

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