Ambiente

Non estirpate le erbacce: attirano gli impollinatori e gli alberi fanno più frutti

Che sia nel giardino di casa o nei campi coltivati, spesso ci si dà un gran daffare per estirpare le cosiddette “erbacce”. Non considerando invece che a volte potrebbero essere alleate preziose, perché attirano gli insetti impollinatori. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Insects condotto nelle piantagioni di mango della Florida, dove gli alberi circondati da erbe e fiori selvatici erano visitati da più impollinatori, e producevano più frutti.

Impollinatori di erbe e colture

Le api, le farfalle e gli altri insetti impollinatori si nutrono del nettare dei fiori e, spostandosi da un fiore all’altro, trasportano il polline necessario alla fecondazione della pianta. Non solo le piante selvatiche, ma anche molte colture di interesse globale beneficiano dell’azione degli impollinatori, e il mango (Mangifera indica) è una di queste.

Partendo da questo presupposto, un team di ricercatori della Florida International University si è posto alcune domande. Che cosa succede se lasciamo crescere le “erbacce” (ma chiamiamole piante selvatiche) tra i filari di alberi, invece di estirparle? Gli impollinatori aumentano? E gli alberi coltivati possono trarne beneficio? I risultati dello studio indicano in tutti i casi una risposta positiva.

Più biodiversità, più frutti

Nei fiori di mango, gli impollinatori erano molti di più se intorno all’albero c’erano le piante selvatiche. E aumentava non solo la quantità totale di insetti, ma anche la biodiversità, ossia il numero di specie presenti. Con effetti benefici sulla produzione agricola. Negli appezzamenti con le erbe selvatiche, infatti, gli alberi di mango producevano più frutti, molti di più: ognuno aveva tra 100 e 236 manghi. Negli alberi “liberati dalle erbacce”, invece, i frutti erano al massimo 48.

Come evidenzia Blaire Kleiman, la ricercatrice che ha condotto le osservazioni, in una nota della Florida International University, questi risultati potrebbero essere estesi a molte altre piante, tra cui pomodori, fagioli, melanzane e zucche. Facendo risparmiare tempo e fatica ai coltivatori, oltre a ridurre il carico di pesticidi nell’ambiente.

Attenti alle specie invasive

Certo, non si può fare di tutte le erbe un fascio, è proprio il caso di dire. Delle 75 specie di piante selvatiche identificate nello studio, 11 erano invasive. Si trattava infatti di piante esotiche che potevano causare danni all’ecosistema, portando a una perdita di biodiversità. Ma tutte le altre erano innocue specie native. Queste piante, pur essendo selvatiche e in genere etichettate come “erbacce”, fanno parte dell’ecosistema e ne aumentano la biodiversità. Con ricadute positive sull’ambiente, sugli insetti impollinatori di cui frenano il declino e sulle piante coltivate.

Riferimenti: Insects, Florida International University

Credits immagini: Nel_Botha-NZ on Pixabay

Mara Marchesan

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