IN PRINCIPIO erano Vanir e Asir. Nani, giganti, draghi. L’onnisciente Odino, Thor, la bella Freya, e la moltitudine di divinità, piccole e grandi, che affollano miti e leggende norreni. Poi, sul volgere del primo millennio, l’Islanda si convertì: come tutte le popolazioni scandinave, anche gli abitanti della terra del ghiaccio e del fuoco iniziarono a venerare un unico, vero, dio. Un cambiamento epocale nella spiritualità dei popoli del Nord Europa, che potrebbe essere stato facilitato da un peculiare evento naturale: Eldgjá, una delle più grandi eruzioni vulcaniche conosciute. Un autentico cataclisma che riversò circa 20 chilometri cubici di lava sulle coste islandesi, trasformando per lunghi mesi il paesaggio in una rappresentazione perfetta del Ragnarök, la fine dei tempi, pronta per essere sfruttata dai missionari cristiani durante l’evangelizzazione dell’isola. A proporre questa nuova ipotesi è lo studio di un team internazionale di geologi, appena pubblicato sulle pagine della rivista Climatic Change.
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