Escamotage scientifico

Viene prima l’uovo o la gallina? Giocoso e antico quesito di biologia che mercoledì 29 settembre scorso è stato in qualche modo attualizzato e modificato in “quante fasi ci sono dall’uovo alla gallina?” La questione è stata oggetto di un incontro, dal titolo: “Dall’ovocita alla blastocisti, il passaggio generazionale nell’uomo”, tenutosi a Roma e promosso da docenti universitari, medici, embriologi, genetisti. Tra questi Carlo Flamigni, Bruno Dallapiccola, Paolo Carinci, Antonino Forabosco e Cesare Galli. L’obiettivo, raggiunto, quello di approvare un documento sintetico e tecnico da sottoporre venerdì 1 ottobre al Comitato Nazionale di Bioetica. Si tratta di un chiarimento che il mondo accademico intende fornire su alcuni aspetti sfuggiti al legislatore e al ministro Girolamo Sirchia nella impostazione prima della legge sulla procreazione assistita e poi delle linee guida.Il punto della questione è evidente per gli scienziati: tra l’ovocita e l’embrione vi è una lunga sequenza di eventi che portano le cellule a svilupparsi progressivamente fino a generare un essere umano. La fusione tra la cellula germinale femminile (ovocita) e quella maschile (spermatozoo) impiega molte ore, nella specie umana, prima di arrivare alla fusione dei due patrimoni genetici, che restano ancora separati qualche ora prima di formare una nuova entità biologica e morfologica, a cui si può dare il nome di embrione. Una di queste entità è l’ovocita a due pronuclei, detto ovotide. Si tratta di una cellula che non è più un semplice ovocita, ma che non può ancora essere definita embrione. Infatti, i genomi dei due genitori risultano essere ancora separati in questa fase, e solo con la fusione del patrimonio genetico derivato dal padre e dalla madre si può parlare di una nuova entità molecolare. A cosa serve questa specificazione? A estendere la possibilità di crioconservare la cellula uovo anche in questa fase, in cui si definisce scientificamente zigote. Una metodica, utilizzata da anni nei centri di procreazione assistita di Svizzera e Germania con buoni risultati, soprattutto per le donne giovani. All’incontro romano era presente anche Adriano Bompiani, ex presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, che ha espresso apprezzamento per questa analisi scientifico tecnica dai risvolti palesemente politici. È quindi probabile che, nel caso in cui il documento ricevesse anche il benestare del Comitato Nazionale di Bioetica nei prossimi giorni, questa iniziativa potrebbe essere interpretata come un incoraggiamento alla proposta di legge dei senatori di Forza Italia Antonio Tomassini e Laura Bianconi. L’obiettivo raggiunto delle 500.000 firme da parte del Comitato referendario obbliga infatti i politici a elaborare una soluzione per un problema che si è rivelato più spinoso di quanto non avessero potuto pensare. Il 13 ottobre prossimo si riaprirà alla commissione Igiene e Sanità del Senato il dibattito legislativo sulla procreazione assistita e sul tavolo ci sarà proprio la proposta Tomassini insieme alla proposta del senatore Giuliano Amato. Il tutto, in attesa che la Corte Costituzionale si esprima sull’ammissibilità dei quesiti referendari.

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