Molto positivi. Definiscono così gli autori del 2° report della Commissione europea sull’implementazione a livello nazionale dei programmi di screening dei tumori i risultati della loro survey. Rispetto a sette anni fa, quando era uscito il primo Rapporto, le cose sono migliorate: sono decine di milioni i cittadini che ogni anno si sottopongono a mammografia, Pap test e ricerca del sangue occulto nelle feci, mentre oltre la metà dei Paesi ha implementato un programma nazionale per invitare ad effettuare i test. A condurre la ricerca è stata l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, su iniziativa della Commissione europea, ma un ruolo di primo piano è stato giocato dal CPO Piemonte di Torino. “Un lavoro più difficile di quanto possa sembrare, perché si è avuto a che fare con sistemi sanitari molto diversi, dove lo stesso concetto di programma di screening, nonostante le linee guida europee uscite nel corso del tempo, può contenere diverse accezioni”, spiega Marco Zappa, direttore dell’Osservatorio Nazionale Screening. A lui abbiamo chiesto di spiegarci l’importanza di questo lavoro.
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