Evoluzione a sesso unico

evoluzione homo sapiens

Quali immagini mostrano il percorso dell’evoluzione umana nei libri di testo scolastici? Queste immagini veicolano conoscenza scientifica o anche valori impliciti? A questi due quesiti ha voluto dare una risposta il progetto europeo BIOHEADCitizen (1), che si è occupato della didattica di alcuni grandi temi scientifici, tra cui l’evoluzione umana, argomento tuttora non presente nei programmi scolastici di diversi paesi, anche europei. Utilizzando la stessa griglia di analisi per ogni paese, sono state analizzate le immagini relative al genere Homo di 30 libri di testo, rivolti a studenti da 7 a 19 anni, nei 12 paesi sui 18 partner di BIOHEADCitizen in cui viene insegnata l’evoluzione umana: Cipro (4 libri di testo), Estonia (2), Finlandia (2), Francia (4), Germania (3), Ungheria (3), Italia (6), Libano (1), Lituania (2), Polonia (1), Romania (1), Senegal (1).

L'evoluzione umana, da un libro di testo per le scuole superiori italiane (2001).

Una seconda parte della ricerca è stata limitata alle immagini della specie Homo sapiens rappresentate negli alberi evolutivi (2). Presupposto teorico essenziale per l’analisi è il concetto di trasposizione didattica, proposto da Verret (1975) e poi da Chevallard, che attiene al modo in cui una conoscenza scientifica è selezionata e poi trasformata per essere insegnata e che è stato posto direttamente in relazione ai libri di testo da Clément e Hovart (2000). Quessada e Clément (2007) hanno introdotto il concetto di ritardo nella trasposizione didattica (Didactic Transposition Delay – DTD), con  riferimento al lasso di tempo che intercorre dal momento in cui appare una nuova pubblicazione scientifica e quello in cui i suoi contenuti sono presenti nei programmi scolastici o nei libri di testo.

Una rara rappresentazione del genere Homo bambino.

Nei libri di testo sono state rinvenute 606 rappresentazioni di Homo all’interno di 203 immagini. Per il 45% di queste 606 rappresentazioni, il genere maschile o femminile non è identificabile perché le immagini mostrano teschi o scheletri. Le immagini di maschi umani raggiungono il 44%, mentre solo l’11% corrisponde a immagini umane femminili. Per quanto riguarda la percentuale di adulti e bambini nelle rappresentazioni del genere Homo, l’età non può essere identificata nel 12% delle immagini. Solo il 9% delle immagini mostra bambini. Così, nei libri di testo, il rappresentante del genere Homo non solo è un maschio, ma anche un maschio adulto. Il passo successivo consiste nell’analisi della diversità etnica nelle 223 immagini di Homo. Il tipo etnico non può essere identificato nel 58% delle immagini (sagome, ombre, scheletri, teschi). Nelle rappresentazioni rimanenti, il 90% delle immagini mostra un solo tipo etnico, generalmente un uomo bianco (3). Nel 4% dei casi ci sono due tipi etnici, nel 3% tre tipi etnici; infine, nel 3% dei casi, quattro o più tipi: si tratta di figure tratte da un libro di testo francese, uno tedesco e uno ungherese. Di conseguenza, nella maggior parte dei libri di testo, il genere Homo è rappresentato non solo come un maschio adulto, ma anche come un maschio adulto bianco.

Gli alberi evolutivi

Sono stati analizzati 62 alberi evolutivi relativi all’evoluzione umana in 28 libri di testo, che  rappresentano un totale di 67 esseri umani. Queste immagini sono state classificate in 9 categorie (uomo con o senza barba, nudo, vestito, in coppia, in gruppo, ecc.); manca la categoria “donna” in quanto l’Homo sapiens non è mai raffigurato solo da una donna, al massimo da una coppia o da un gruppo (solo quattro figure in totale): la donna, specie se non accompagnata, non è parsa adatta a rappresentare l’Homo sapiens. Dunque, la maggior parte dei libri di testo, oltre a proporre un’immagine lineare e finalista dell’evoluzione biologica umana, pone al suo culmine un Homo sapiensmaschio dalla pelle bianca. Il tipo più frequente di rappresentazione di questa evoluzione umana lineare nei libri di testo è quella di un uomo con la barba, che, se può essere coerente con l’immagine di un uomo primitivo, accentua il carattere maschile della rappresentazione. In mancanza di barba, i caratteri di virilità si fondono con quelli di modernizzazione e si avvalgono di elementi simbolici, a volte paradossali, espressi nell’abbigliamento o negli utensili che all’uomo
ha in mano. Altre rappresentazioni di Homo sapiens come essere umano di  sesso maschile, con le caratteristiche della società occidentale, mostrano, per esempio, un atleta da un libro lituano, un uomo con abito completo da un libro senegalese, un uomo in abbigliamento sportivo in un libro italiano e un ragazzo in un libro tedesco.

Eccezionalmente, un’immagine mostra la diversità etnica del genere umano: uno schizzo di tre persone di differente origine etnica. La stessa immagine è stata anche considerata tra le poche rappresentative della diversità di genere. Si potrebbe obiettare che i tre tipi che mostrano una varietà etnica, di genere e probabilmente anche di età, siano rappresentati soltanto come una variante secondaria del maschio adulto, che è l’unico presente in figura intera (con barba, muscoli e arnesi), mentre degli altri è mostrato solo il volto; tuttavia è bene accontentarsi, questa è forse l’immagine che maggiormente rappresenta la varietà di Homo sapiens tra i libri di testo analizzati. Di conseguenza, tra le 67 figure umane presenti in un albero evolutivo nei 28 libri di testo analizzati, solo due possono essere identificate senza ambiguità come relative a tipi non occidentali (africani e asiatici): solo il 3% delle rappresentazioni di Homo sapiens.

Pregiudizi d’antan

I risultati mostrano che, dietro l’apparente oggettività delle comuni immagini scientifiche sull’evoluzione umana, ci sono alcune scelte implicite: nella maggior parte dei libri di testo analizzati, provenienti da 12 paesi diversi e contrapposti, solo gli uomini adulti occidentali sono rappresentati negli alberi evolutivi.

In altre immagini che illustrano complessivamente il genere Homo, alcune donne sono presenti, ma in un numero minore rispetto agli uomini e, nel 30% dei libri di testo, le donne non compaiono affatto. Un notevole squilibrio etnico si aggiunge a questo squilibrio di genere. Una possibile spiegazione dello squilibrio etnico potrebbe essere ricercata in una strategia da parte degli editori di libri di testo che potrebbero scegliere le illustrazioni che rappresentano la tipologia più numerosa di esseri umani nel proprio paese. Tuttavia, in questo caso, non si potrebbe spiegare perché siano rappresentati uomini e non donne, perché adulti e non bambini né anziani. Né si potrebbe spiegare come mai immagini di uomini occidentali appaiano tra gli alberi evolutivi nei libri di testo di paesi africani come il Senegal. Una risposta solo parziale potrebbe essere che alcuni paesi africani utilizzano o riproducono libri di testo europei.

Il fenomeno può essere analizzato in termini di rappresentazioni sociali. Le scelte implicite nelle rappresentazioni delle origini umane sono comuni ad ampi gruppi sociali. Queste derivano dalle generazioni precedenti e sono trasmesse automaticamente quando non sono messe in discussione o non sono messe in discussione con reale convinzione e determinazione.

Molti anni fa Lévy-Bruhl (1910) ha distinto tra le rappresentazioni collettive di civilizzati e di primitivi. Queste rappresentazioni sono ancora comuni e potrebbero essere alla base delle immagini di Homo sapiens trovate negli attuali alberi filogenetici utilizzati nei libri di testo. La portata ideologica che è alla base dell’attuale rappresentazione del genere Homo (Quessada e Clément, 2007; Quessada, Clément, Oerke, Valente 2008) è mostrata dal fatto che, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, la convinzione della superiorità dell’uomo occidentale era fortemente presente nella comunità scientifica: nella mente dei ricercatori di quel periodo il concetto di evoluzione biologica era lineare e finalizzato, e il fine dell’evoluzione era considerato il maschio occidentale, conformemente a una visione etnocentrica e sessista. Le ipotesi che ne derivano sono due: che siamo di fronte a un fenomeno di inerzia nella diffusione della conoscenza scientifica, o che esistano ancora ideologie e preconcetti che ostacolano la comunicazione di conoscenza scientifica.

Il ritardo nella trasposizione didattica (DTD) sicuramente agisce nel determinare la situazione descritta, eppure introdurlo a giustificazione del fenomeno avrebbe un effetto ricorsivo. Infatti, l’estensione del DTD è correlata a diversi parametri socio culturali, come l’importanza attribuita al soggetto, la sua popolarità, l’esistenza di valori dominanti (ideologie, credenze, posizioni morali o filosofiche). Dunque, anche il ritardo nella trasposizione didattica concorre a evidenziare la presenza di valori impliciti nella rappresentazione di evidenze scientifiche.

Note
(1) BIOHEAD-Citizen è stato coordinato da G. Carvalho (Portogallo), P. Clément (Francia) e F. Bogner (Germania).

(2) I paesi su cui verteva questa seconda parte della ricerca non corrispondono del tutto a quelli precedentemente indicati, in quanto in tre dei 12 paesi in cui l’evoluzione umana è presente in uno specifico capitolo di libro di testo (Finlandia, Ungheria e Polonia) non sono stati rinvenuti alberi evolutivi con la rappresentazione dell’Homo sapiens, mentre in altri tre paesi (Monzambico, Portogallo e Tunisia) non c’era uno specifico capitolo dedicato all’evoluzione umana, ma in altri capitoli sono stati rinvenuti alberi evolutivi con la rappresentazione dell’Homo sapiens.

(3) Si sono riscontrate pochissime eccezioni, ad esempio in un libro di testo finlandese che rappresenta, accanto ad un uomo bianco, una donna dalla pelle nera e una ragazza sahariana.

BIBLIOGRAFIA

CLÉMENT P., HOVART S., «Environmental Education: analysis of the didactic transposition and of the conceptions of teachers», in BAYERHUBER H. & MAYER J. (a cura di), State of the art of empirical research on environmental education, Münster, ed. Waxmann Verlag, 2000, pp. 77-90.

LÉVY-BRUHL L., Les fonctionsmentales dans les societies inférieurs, Alcan, Paris 1910.

QUESSADA M.P. & CLÉMENT P., «An epistemological approach to French curricula on human origin during the 19th & 20th centuries», Science & Education, 16, 9-10, 991-1006.

QUESSADA M.P. & CLÉMENT P., OERKE B., VALENTE A., «Human evolution in science
textbooks from twelve different countries», Science Education International, 19, 2, 2008, pp. 147-162.

VERRET M., Le temps des études, Paris, librarie Honoré Champion, 1975.

Fonte: Sapere di ottobre

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