Evoluzione darwiniana per le galassie?

Ricostruito un atlante tridimensionale del cosmo com’era nove miliardi di anni fa attraverso lo studio di oltre 6.500 galassie, tanto distanti da poter essere considerate nelle prime fasi evolutive dell’Universo. Un gruppo di ricercatori dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica), insieme ad alcuni colleghi francesi, ha fotografato il giovane Universo quando aveva meno della metà dell’età attuale, stimata in 13,7 miliardi di anni, quindi a soli 4,5 miliardi di anni dopo il Big Bang. Dalle osservazioni, eseguite per tre anni con Vimos (Visible Multi-Object Spectrograph), il sofisticato spettrografo installato al Very Large Telescope dell’Eso (Euoropean Southern Observatory), in Cile, emerge che contrariamente a quanto previsto dai modelli teorici, le galassie si associavano in in modo parecchio differente rispetto a come sono raggruppati oggi. La “miscela” di galassie presente nelle zone di alta e bassa densità 9 miliardi di anni fa era pressoché identica, mentre ora la popolazione di galassie nelle zone di alta densità è dominata da galassie rosse, ellittiche, che hanno smesso di formare stelle da tempo, ed, inversamente, nelle zone di bassa densità troviamo molte galassie blu, di tipo spirale, che stanno tuttora formando stelle.

Il risultato indica che le galassie si sono evolute nel tempo, in modo strettamente correlato all’ambiente circostante. Un risultato che  spinge gli astrofisici a rivedere le teorie esistenti sulle prime fasi di formazione ed evoluzione delle galassie nell’Universo e che pone una domanda cruciale: le galassie che vediamo oggi sono semplicemente il prodotto delle condizioni primordiali in cui si sono formate, oppure le esperienze nel passato hanno modificato il cammino della loro evoluzione? Secondo i ricercatori, l’associazione tra il colore delle galassie, la luminosità e il loro intorno locale non è meramente il risultato delle condizioni iniziali ma, proprio come nella teoria darwiniana per gli esseri viventi, le relazioni e le interazioni tra le galassie potrebbero aver avuto un profondo impatto sulla loro evoluzione.

La ricerca pubblicata su Astronomy & Astrophisics, è stata condotta all’interno del progetto Vvds (Vimos Vlt Deep Survey) , una collaborazione italo francese finalizzata alla esplorazione approfondita di oggetti celesti luminosi, come galassie e quasar alla quale partecipano più di 40 ricercatori. Il progetto, che si propone di studiare oggetti molto lontani nello spazio e quindi anche nel tempo, si sta spingendo a distanze enormi, sfiorando distanze di soli 1,2 miliardi di anni dal Big Bang. (ma.ma.)

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