Fedeltà, questione di geni

Hanno reso monogami animali per natura promiscui. Miranda Lim e Larry Young, neurobiologi della Emory University e del Centro di Neuroscienze Comportamentali di Atlanta, ci sono riusciti trasferendo un singolo gene, il recettore della vasopressina. I ricercatori hanno messo a confronto due varianti di arvicole (un piccolo roditore), una votata all’accoppiamento con una sola compagna per tutta la vita, l’altra alla frequente ricerca di partner sempre diverse. Su un esemplare di quest’ultima è stato inserito, in uno specifico centro cerebrale, il gene in grado di portare i suoi recettori della vasopressina allo stesso livello della specie monogama. Con il nuovo gene, l’arvicola promiscua avrebbe perso il desiderio di cercarsi nuove partner, sembrando preferire il mantenimento del legame in corso, come la sua “cugina” fedele. Pur rimarcando le differenze con il più complesso sistema genetico umano, gli autori dell’articolo sono fiduciosi nell’esportazione dei propri risultati sull’essere umano. Non sembrerebbe infatti troppo ardito partire da questi dati per indagare la correlazione fra la vasopressina e l’abilità dell’individuo nell’istaurare rapporti sociali, primo passo nella spiegazione di disagi psicologici seri come l’autismo. La ricerca è pubblicata su Nature. (m.cap.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here