La fertilità maschile può essere messa in pericolo da fattori ambientali. Il problema, già noto, è stato confermato da uno studio condotto da Aleksander Giwercman presso il centro della fertilità della Malmö University Hospital, Lund University, Svezia e pubblicato sul Journal of Human Reproduction. La ricerca ha evidenziato che l’inquinamento ambientale è in grado di modificare la percentuale di spermatozoi che trasportano il cromosoma X o quello Y, e di innescare disturbi riproduttivi maschili. I ricercatori hanno preso in esame lo sperma di 149 pescatori svedesi che, oltre a lavorare in aree in cui si è rilevata un’elevata concentrazione di pesticidi, si alimentavano anche con grandi quantità di pesce contaminato. In particolare, una parte del campione pescava nel Mar Baltico, un ecosistema acquatico chiuso che non si è potuto liberare dei pesticidi nonostante siano al bando dagli anni ‘70. I ricercatori hanno rilevato che la presenza di due pesticidi, il CB-153 e il DDE, era associata all’aumento di spermatozoi con il cromosoma Y. I ricercatori sospettano anche danni per i figli di uomini esposti ai pesticidi. In particolare, il criptorchidismo manifestato in misura maggiore nelle aree contaminate potrebbe essere un sintomo di malformazioni avvenute nel periodo fetale. (g.ca.)