Salute

Contributi alla ricerca, nasce la Fondazione Roche

Ci sono molti modi per festeggiare un compleanno. Se poi si tratta di 120 anni, allora bisogna fare le cose in grande. Per questo Roche Italia ha deciso di celebrare il suo secolo e passa di attività in Italia con la nascita di una Fondazione. Il cui obiettivo, ha ricordato il direttore generale Fausto Massimino, sarà quello di contribuire alla ricerca indipendente, dialogare in modo aperto e continuo con le istituzioni per individuare soluzioni innovative, sostenere le associazioni di pazienti e le realtà no profit del territorio.

Le Fondazioni d’impresa hanno un ruolo sempre più importante come secondo welfare, per sostenere aree di bisogno che il settore pubblico non riesce ad affrontare, per mancanza di risorse o più semplicemente per incapacità di leggere i cambiamenti che si verificano nel settore della medicina e dell’assistenza sanitaria. E questo ruolo è sempre più evidente da qualche anno a questa parte, come ha dimostrato la mappatura delle Fondazioni d’impresa condotta da Sodalitas, l’associazione che promuove la Sostenibilità d’Impresa in Italia. Nel 2009, dice infatti il presidente Massimo Ceriotti, queste realtà erano poco più di un centinaio. Oggi il loro numero è più che raddoppiato. Dieci anni fa, continua Ceriotti, il 40 per cento delle fondazioni d’impresa conduceva quasi esclusivamente attività di grant making, con donazioni ad altri soggetti operativi, e il restante 60 per cento si occupava di ricerca sociologica, più che scientifica., dunque a basso impatto. Oggi invece il panorama vede realtà davvero operative su temi rilevanti, come l’accesso alle cure e la promozione della salute. In questo senso, conclude il presidente di Sodalitas, le Fondazioni possono fare la differenza perché sono in grado di catalizzare le competenze di una molteplicità di soggetti e intervenire in modo più efficace.

Che le Fondazioni di impresa stiano fornendo un contributo crescente all’innovazione e allo stanziamento di risorse economiche nel settore sociale lo dimostra anche il Terzo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2017, a cura di Franca Maino e Maurizio Ferrera, pubblicato dal Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi. “Fondazione Roche – sottolinea Massimino – ha l’ambizione di incarnare questo concetto moderno di fondazione di impresa, volta a ripensare al valore delle collaborazioni con i diversi interlocutori, progettando in maniera strategica e mirata le attività di responsabilità sociale e valutandone attentamente gli esiti”.

Al centro degli interessi di Fondazione Roche ci saranno quattro aree di intervento: la ricerca innanzitutto, soprattutto quella indipendente. Questo avviene per esempio attraverso il premio Roche per la ricerca, nella quale l’azienda rinuncia alla proprietà intellettuale sui risultati ottenuti dagli studi finanziati. La seconda area è quella della persona, nella quale la Fondazione intende affrontare il tema dei diritti del cittadino-paziente, non solo nel campo dell’accesso alle terapie ma con un occhio attento alle normative che penalizzano le disabilità. La terza area è quella di un confronto costante con le istituzioni, per individuare soluzioni innovative per la tutela del cittadino in materia di salute, procedendo per esempio a incontri sulla revisione critica del Servizio Sanitario Nazionale; l’attenzione è infine rivolta verso la comunità, per valorizzare il rapporto con le associazioni di volontariato e le onlus.

“Oggi più che mai c’è bisogno di una solida e trasparente partnership tra il pubblico e il mondo privato – conclude Mariapia Garavaglia, presidente di Fondazione Roche – Facendo leva sui principi ispiratori di sussidiarietà, equità e sostenibilità, la Fondazione potrà dare un grande contributo alla sfida dell’universalismo che è già in corso”.

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

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