Fra logica e realtà

Paolo Cottini (a cura di)
Linneo
Grandi Giardini Italiani, 2006
pp. 208 + XXXI, euro 20,00

Nei miti cristiano-giudaici, è il primo uomo a ricevere il potere di dare un nome agli altri essere viventi: “in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche” (Genesi, 2:20). Nella realtà i tentativi sistematici di dare un nome agli organismi risalgono alle origini stesse del pensiero biologico, cercando sistemi di suddividere la natura vivente in modi diversi, nonché un modo per classificare adeguatamente eventuali nuove scoperte. Già Aristotele si confrontò con il problema, e come ogni altra sua opera anche la sua classificazione biologica degli animali risultò essere influente per oltre due millenni, arrivando al Settecento.

Tuttavia, fu la logica aristotelica a essere più studiata. Così, quando a partire dal Cinquecento le scienze della vita ripresero il lungo cammino che le portò verso la scientificità correntemente intesa, i naturalisti non ripresero in mano solo le opere biologiche, ma si rivolsero alle divisione logiche che lo Stagirita stabilì in altri ambiti del sapere.

Fu Linneo il principale artefice di quest’incontro tra logica e realtà naturale. Nel 1735 pubblicò una breve opera, il Systema Naturae: undici pagine in grande formato in cui era racchiusa l’intera creazione, divisa in tre parti. È una pietra miliare nella storia della biologia. La fama di Linneo da allora non fece che accrescersi, e il suo sistema di classificazione per piante e animali nel giro di qualche decennio diventò il riferimento per tutti i naturalisti. Molto giovò l’uso di un metodo di denominazione estremamente semplice, secondo cui ogni organismo era chiamato con il nome di genere seguito da un altro termine: Homo sapiens, per esempio. Sopra il genere era la famiglia, poi l’ordine, la classe, e il regno. Una visione del mondo gerarchica veniva tradotta in classificazione sistematica.

Son trascorsi 300 anni dalla nascita di Linneo, nel 1707. L’aiuto che il suo sistema ha dato a tutti gli aspiranti Adami battezzatori è uno dei più grandi risultati delle scienze della vita. Questo libro nasce proprio da un convegno che a giugno 2006 si è tenuto a Capri per celebrare la ricorrenza, e raggruppa sette saggi che analizzano non solo la vita e l’opera dello svedese, ma anche la sua importante eredità. Più interessanti sono i saggi dedicati all’Italia, che prendono in considerazione i rapporti che Linneo ebbe con i naturalisti del nostro paese. Rapporti che sono anche radici: Linneo pagò un importante tributo a Andrea Cesalpino, aretino che lavorò in Toscana e poi a Roma ed è stato probabilmente il primo vero sistematico botanico.

I saggi non sono particolarmente innovativi nei loro contenuti storico-scientifici, ma son corredati da un’ottima iconografia a colori quale è raro trovare in testi simili. Il libro si rivolge dunque non allo specialista ma al dilettante, un pubblico più ampio che delle sottili dispute tra sistematici – così comuni, e spesso accesissime – non vuol sentire parlare, preferendo racconti meno sfumati e più tradizionali.

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