Categorie: Ambiente

Fukushima, il primo passo fuori dalla crisi

Dopo nove mesi da incubo, alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi sembra finalmente arrivare una svolta. Il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda ha annunciato ai suoi collaboratori che la temperatura all’interno dei reattori dell’impianto è stabile sotto i 68°C. Il combustibile nucleare sarebbe quindi sotto controllo, tanto da permettere alla Tepco di programmare un piano di smaltimento su scala decennale.

Come spiega il Guardian, il fatto che i reattori nucleari siano in fase di “cold shutdown” non chiude completamente l’incidente che a marzo ha portato alla fusione del combustibile dell’impianto. Per i tecnici dell’azienda giapponese, infatti, comincia ora una lunga fase di decomissionamento che li vedrà impegnati per almeno 10 anni nelle operazioni di rimozione del materiale radioattivo dal basamento dei reattori nucleari.

Una volta trasportati altrove i resti del combustibile (ancora non è chiaro dove), la Tepco dovrà occuparsi della bonifica dell’intera centrale e dei terreni circostanti: si tratterà di un’operazione molto lunga e complicata che potrebbe concludersi, secondo fonti governative, tra non meno di 40 anni. Nell’immediato poi, il gestore della centrale dovrà anche occuparsi dello smaltimento di 90 mila tonnellate di acqua radioattiva proveniente dai sistemi di raffreddamento dei reattori.

Al governo giapponese, invece, spetta ora il compito di rivedere le ordinanze di evacuazione che hanno costretto 80mila persone a lasciare le proprie case situate nel raggio di 20 km dagli impianti. Alcuni di loro potranno forse tornare nelle proprie abitazioni, a patto di convivere con la presenza diffusa di inquinanti radioattivi nel suolo (Vedi Galileo – Fukushima: la mappa dell’inquinamento radioattivo) e il rischio che eventuali terremoti o tsunami possano danneggiare nuovamente la centrale.

Foto credits: DigitalGlobe-Imagery / flickr

Lorenzo Mannella

Si occupa di scienza, internet e innovazione. Laureato in Biotecnologie presso l'Università di Pisa, ha frequentato il master SGP in comunicazione scientifica presso Sapienza Università di Roma. Collabora con Galileo dal 2011. Scrive per Wired, Sapere e L'Espresso.

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  • salve ritengo che siano buone nuove le notiz. che giungono da fukushima, tenuto conto però che le temperature di tali impianti di decantazioni e controllo elettrolitico delle masse energetiche edotte per effetto di elettroni, debbano essere sotto i Ggr. 75, per il mio giudizio personale, prima di fare rientrare in tali limitrofi di fukushima le persone che vi abitano, ponendo che le variazioni di temperature " masse di arie fredde esterne a tali impianti "
    possano porre ( ? )

    cordiali saluti
    da
    sbirulino..

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