Gustavo Guizzardi (a cura di)La scienza negoziata. Scienze biomediche nello spazio pubblicoIl Mulino, 2002pp. 384, euro 25,80Clonazione, mucca pazza, Aids e caso Di Bella. Quattro fatti scientifici diventati oggetto di intenso dibattito pubblico. Quattro casi in cui i media hanno contribuito a far conoscere i progressi della scienza ma hanno anche sollevato questioni etiche e giuridiche legate alla ricerche nel settore biomedico. Teorie e studi clinici, responsabilità e speranze sono state raccontate dai media a volte con troppo sensazionalismo e a volte anticipando questioni fondamentali, che sarebbero poi emerse di lì a poco. In “La scienza negoziata.” sono stati raccolti gli studi fatti da diversi gruppi di ricerca sulla comunicazione di questi eventi sulla stampa italiana. Così il Corriere della Sera, considerato il quotidiano opinion-leading, del nostro Paese, ovvero quello che rappresenta meglio l’opinione della gente e allo stesso tempo è in grado di influenzare le decisioni politiche, è stato oggetto di un attento studio di Massimiano Bucchi e colleghi dell’Università di Trento che ne hanno analizzato 50 anni di storia. I notiziari Rai e Mediaset sono stati invece monitorati per cinque mesi, dal settembre 1998 al gennaio 1999, da Terenzio Fava dell’Università di Urbino, giusto per farsi un’idea dello spazio che viene dedicato alle notizie scientifiche sulle frequenze televisive. In ogni caso la tendenza sembra essere la stessa: l’importanza data ai fatti scientifici è, in generale, piuttosto scarsa, soprattutto se paragonata a quella degli altri paesi. Tuttavia nel corso degli anni l’interesse dei mezzi di comunicazione verso scienza, medicina e tecnologia tende a crescere costantemente.Il perché cerca di spiegarlo Gustavo Guizzardi, professore di sociologia all’Università di Padova e curatore del libro, nella sua prefazione. Come esperto di comunicazione nella sfera pubblica e studioso dei mutamenti culturali che avvengono nelle società, l’autore ricorda che la diffusione dei fatti scientifici al grande pubblico fa parte integrante del processo con cui vengono consolidate le teorie scientifiche. “La comunicazione nello spazio pubblico, scrive, non costituisce un’appendice della ricerca scientifica, ma ne rappresenta parte integrante. […] La scienza comunicata sui media è una dimensione importante della conoscenza scientifica, fino a costituirne, in molti aspetti e momenti, un elemento imprescindibile”. E nelle nostre società moderne, che affondano le loro radici nelle scoperte scientifiche e crescono grazie alle applicazioni tecnologiche è impensabile non parlare di questi argomenti. Partendo da un’impostazione che si ispira chiaramente al pensiero di Bruno Latour e del costruttivismo scientifico, Guizzardi sposta l’attenzione sulle controversie che accendono il mondo della scienza, individuando proprio in queste l’elemento che permette il consolidamento delle singole teorie. E’ solo nel momento della contrattazione, scrive il sociologo, che “la scienza esce dai laboratori per entrare nello spazio pubblico”. Una contrattazione possibile soprattutto grazie all’intervento dei mass-media e che spesso deve obbedire alle logiche e ai meccanismi interni dei mezzi di comunicazione di massa. Aspetto forse un po’ troppo trascurato nella trattazione del volume, tutta in favore di un’analisi condotta in chiave sociologica.