Fusione fredda: poche le prove a Bologna

Una gran bella scoperta. Se fosse vera. Ma in assenza di verifiche, è necessario mantenere un atteggiamento prudente. E’ un po’ questa l’aria che si respira tra i fisici che hanno assistito all’esperimento dello scorso 14 gennaio. Quando, in un capannone di via dell’Elettricista, a Bologna, l’ingegnere Andrea Rossi e Sergio Focardi, professore emerito dell’Alma Mater Studiorum ed ex preside della facoltà di Scienze dello stesso ateneo, hanno presentato a un gruppo di esperti e giornalisti un macchinario in grado – stando alle loro dichiarazioni – di realizzare il famigerato processo di fusione fredda (vedi Galileo). I due scienziati, però, non hanno voluto dare dettagli rispetto al funzionamento del macchinario, di cui sperano di vendere il brevetto (attualmente di proprietà della moglie di Rossi) e avviare presto la produzione industriale. Per capire meglio cosa è successo e se veramente si tratta di fusione fredda, Galileo ha intervistato Antonio Zoccoli, fisico dell’Infn e docente dell’Università di Bologna, che era presente alla dimostrazione.

Professor Zoccoli, dobbiamo credere o no all’esperimento di Bologna?
“Per ora è come se qualcuno dicesse “ho trovato la cura per il cancro”. Benissimo. Potrebbe essere vero o no, ma per verificarlo è necessaria una lunga serie di sperimentazioni e studi clinici. Qui la situazione è la stessa: c’è stata una dimostrazione – relativamente breve, per la verità, una mezz’ora in tutto – in cui gli autori hanno presentato una macchina che in teoria produce energia in quantità rilevante. L’apparecchio è stato alimentato con un kWatt circa di energia, ottenendone 15 volte tanto, il che è effettivamente una produzione notevole. Ma come ho detto, il risultato deve essere riproducibile. Gli autori dicono che l’intenzione di fare ulteriori misure e verifiche c’è. Ma non hanno specificato né il come, né il quando”.

È possibile che si sia trattato effettivamente di un fenomeno di fusione fredda?
“Il punto è proprio questo: non possiamo saperlo finché non capiamo cosa è successo dentro la macchina, cioè finché non verifichiamo che ci sia produzione di energia nella quantità che gli autori sostengono, che questa produzione sia riproducibile e quale sia l’origine di questa energia. Il problema è che anche gli autori non hanno saputo indicare con certezza l’origine dell’energia prodotta dalla macchina. Tuttavia, se si trattasse di un fenomeno di fusione, dovrebbe esserci, in teoria, emissione di fotoni, sotto forma di raggi gamma. E questo durante la dimostrazione non è avvenuto: i nostri strumenti di rilevazione non hanno registrato nessuna emissione. Ovviamente, anche questo nostro esperimento andrebbe ripetuto più volte, perché può essere condizionato da diversi fattori”.

In genere, prima di annunciare una scoperta così importante, i ricercatori fanno sperimentazioni e verifiche, e pubblicano su riviste accreditate con peer review. In questo caso è avvenuto il contrario. Come mai?
“È un problema di carattere economico. Se gli autori intendono guadagnare da questa scoperta, la segretezza è necessaria per evitare concorrenti, dal punto di vista economico è una scelta ragionevole. Al contrario, sul piano scientifico, è un procedimento discutibile, perchè in questo modo è più difficile verificare la validità di una scoperta”.

Caterina Visco

Laureata in Scienze Biologiche, ha lavorato come web content editor per il portale medico Yahoo!Salute. Nel 2009, dopo uno stage a Internazionale, approda a Galileo, dove, oltre contribuire alla produzione dei contenuti, è community manager e coordinatrice della redazione. Scrive per diverse testate giornalistiche tra cui L'espresso, Wired, Le Scienze, Mente e Cervello, Nova - Sole 24 ore, Il Venerdì di Repubblica.

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  • Perché dobbiamo per forza sapere se è fredda, calda o che so? Funziona? Bene, mi pare un dato interessante da cui partire. Invece se non si sa perché si deve fermare tutto... il perché non è operativo, fa guardare indietro, bisogna invece pensare al presente, se no continueremo a chiederci il perché dell'acqua calda. Ogni istante nel nostro corpo avvengono fenomeni che non spieghiamo, eppure viviamo ugualmente

  • Sig Alessandro Malato io nel mio post .... Ma lei è un professore di Fisica o di educazione fisica.???.non mi riferirivo a Stremenos ma bensì a A.Zoccoli

  • Del sarcasmo gratuito nei confronti di un professore e ricercatore Fisico-Chimico dell'Università di Bologna che era presente al test in questione, a differenza di altri, è davvero di cattivo gusto e fuori luogo! Inoltre il Prof. Stremmenos è Ellenico, i suoi lavori solitamente sono in Inglese, è perfettamente normale che un commento scritto rapidamente a caldo possa contenere qualche errore di battitura. Sig. Setti, penso che il suo Greco sia sicuramente peggiore dell'Italiano del Prof. Stremmenos. Inoltre non si questiona sulla persona, nell'ambito scientifico, ma NEL MERITO. Il minimo che si possa fare è mantenere il beneficio del dubbio, oppure vogliamo che la Scienza diventi una caricatura dei dogmi di Bellarmino o Torquemada! Il supplizio di Hypatia d'Alessandria, il rogo di Giordano Bruno e la violenza subita da Galileo (*dal quale questo sito prende il nome!*) non hanno insegnato niente ai loro attuali presunti discendenti? Credo ci sia davvero poco da ridere, e molto da indagare, piuttosto.

    Saluti da un cittadino con memoria storica.

    Alessandro Malato d.S.M.

  • Ma gli scettici di che si preoccupano? dicano le loro perplessità e sorreggano l'iniziativa. Quando fu inventato il sistema di innescare il fuoco gli inventori si preoccuparono di capire quale fosse il suo funzionamento? Comprendo il punto scientifico per cui tutto debba essere spiegato, serve anche per governare il fenomeno, non c'è dubbio, ma una scoperta di questo genere dovrebbe preoccupare su più fronti, invece preoccupa il fatto che non faccia notizia e che tutto passi in cavalleria. Il mondo scientifico cerchi di proteggere questa scoperta e se si rivelasse una bufala sarà certo merito di chi la rivelerà. Invito piuttosto sociologi e filosofi perchè incomincino un dibattito che si fonda su una energia cosi a basso costo e economisti perchè ci dicano se una energia così prodotta sia veramente economica.

  • Poiché ero anche io presente in questa dimostrazione ed era la terza in ordine di tempo presentazione che assistevo, mi sia consentito di fare qualche considerazione in merito:
    • il collega Antonio Zoccoli che non ho il piacere di conoscere personalmente, ha reagito come tanti colleghi (docenti e ricercatori) che senza mai essersi occupati di questo filone di ricerca (interdisciplinare, per la sua natura), pontificano dal 1989 che ce stato il primo annuncio da Martin Fleischmann e Stanley Pons.
    • E giusto essere prudenti a un invenzione (ROSSI-FOCARDI) di questa portata, ma anche intellettualmente onesto di colloquiare in termini scientifici con chi si è occupato con questa tematica e cercare di contribuire con le proprie competenze in termini costruttivi (anche critici), data l‘importanza che hanno queste ricerche per la sopravvivenza del Pianeta.
    • 30 anni , sono più che sufficienti per verificare "la cura per il cancro DEL PIANETA" , ma scetticismi-non credo tanto ingenui, ci hanno portano ormai in modo irreversibile al cambiamento climatico che nel 1989 si poteva forse, se non prevenire almeno ritardare.
    Eventuale interesse per le mie posizioni in dettaglio, possono essere ricercati nei siti:
    1. http://www.journal-of-nuclear-physics.com/?p=185
    2. http://www.journal-of-nuclear-physics.com/?p=360
    3. Nota non pubblicata:
    Concordo in linea di massima con l’ipotesi di Focardi e Rossi, sul meccanismo del processo nel apparato H/Ni (A new energy source from nuclear fusion) ,che presuppone la cattura da parte del nucleo di Ni di un "protone schermato" del idrogeno adsorbito.
    Poiché è necessario, specificare le caratteristiche del "protone schermato" e a rispondere in modo molto convincente a due quesiti fondamentali che sono:
    a) il meccanismo del superamento della fortissima repulsione elettrostatica tra nucleo di Ni e il "protone schermato".(barriera di Coulomb)?
    b) la mancanza(o la lieve entità) constatata sperimentalmente di radiazioni γ, in discordanza alla prevista annichilazione di β+ e β- (511 keV) nell’ ipotesi di Focardi e Rossi. ?
    Cercherò, senza pretese di un approccio teorico ma solo intuitivo, di rispondere e di esporre qualche idea in merito…
    Con rifermento, si intende, a delle strutture, stati e principi scientificamente acetati , come l’atomo di idrogeno, l’alta velocità delle reazioni nucleari (10-20 sec ) e Il principio di indeterminazione di Heisenberg
    Iniziamo quindi per ordine e con considerazioni semplici ed elementari: L’atomo di idrogeno (Bohr) allo stato fondamentale e in assenza di perturbazioni, permane nella sotto stante configurazione stazionaria a tempo illimitato, per il fato che l’onda associata al suo elettrone (de Broglie) risulta in concordanza di fase.

    A contato con il metallo questi atomi perdono la loro configurazione stazionaria per aver ceduto i loro elettroni nella banda di conducibilità ed incominciano a diffondersi come "protoni spogli" attraverso la superficie nella massa policristallina del nichel, occupando vacanze e siti interstiziali ma anche siti tetraedrici e ottaedrici vuoti nella struttura cristallina. Quindi la struttura cristallina, viene impregnata da un "plasma delocalizzato"composto dai protoni del idrogeno adsorbito con i rispettivi elettroni ceduti e in più dagli elettroni di valenza chimica di Ni, in stati energetici differenti (Fermi) .
    In questo stato dinamico del "plasma delocalizzato" in base al principio di indeterminazione , potrebbero formarsi per brevissimi istanti di tempo (p.es. 10-18 sec) una serie di miniatomi di idrogeno che soddisfano sia il principio di Heisenberg che la condizione di concordanza di fase di de Broglie
    Il raggio atomico dei mini-atomi di idrogeno(instabili), sarà differente e comunque concordante con le energie della banda di Fermi che è consone a sua volta con il principio di indeterminazione. (cioè si allarga)
    Di questi mini-atomi (completamente neutri) quelli con diametro atomico inferiore a 10-14 m (che agiscono le forze nucleari) , vengono statisticamente catturati (con velocità 10-20 sec ) dai nuclei di Ni del reticolo cristallino. N.B.(i mini-atomi con diametro atomico inferiore a 10-14 m, richiedono elettroni altamente energetici nel "plasma delocalizzato", e vedremo più avanti, come gli otteniamo..)
    In seguito il processo segue, la via ipotizzata da FOCARDI e ROSSI, cioè la l cattura da parte del nucleo Ni58 anzi che di un "protone schermato", un mini-atomo di idrogeno (con diametro inferiore a 10-14 m) che si trasforma in Cu59.
    Avviene il decadimento beta dei nuclei di Rame con emissione di β+ e β- (elettrone del mini-atomo H catturato), che o si annichilano in situ (?) cioè nello stesso nucleo Cu59formato,oppure il β+ viene annichilato con qualsiasi elettrone nel reticolo , emettendo in ambo i casi, due fotoni γ ad alta energia (511 keV) .
    In altri termini , chi esegue un esperimento del genere sarebbe soggetto a delle radiazioni γ letali, cosa che sperimentalmente non si verifica.
    In ogni modo, un approccio teorico serio in termini quantomeccanici che avrebbe dato risposte quantitative convincenti sui modelli citati , sarebbe quello di affrontare il problema attraverso la teoria delle perturbazioni dipendenti dal tempo , considerando:
    1. la funzione d’onda globale (nucleo + elettroni, in termini non stazionari)
    2. la hamiltoniana complessiva includente il tempo, per onde progressive e stati transitori,
    3. individuando situazioni di RISONANZA.
    Un approccio del genere ha avuto successo in chimica teorica e con le dovute analogie, potrebbe aver successo anche al nostro problema.
    Ritornando al nostro approccio tramite modelli intuitivi / visualizzati, richiamerei:
    • in primis, la distribuzione statistica di BOLZMAN (considerando la curva asintotica nelle alte energie)
    • l’effetto FOTOELETTRICO
    • l’effetto Compton
    • l’effetto Mössbauer
    Poiché la formazione di "mini-atomi di idrogeno".( transitori) con le caratteristiche pocanzi citate, richiedono elettroni ad altissima energia nel plasma "delocalizzato" nel reticolo, cristallino credo:
    1. Statistica di BOLZMAN: Non è illogico supporre che il sistema Η/Νi , riscaldato al inizio a 400-500 °C, possa disporre statisticamente (Bolzman), una modestissima percentuale di elettroni nel reticolo con l’alta energia richiesta. Questi in base al principio della dualità onda-particella. possano formare (con i protoni diffusi) , atomi di idrogeno di molto piccole dimensioni, elettricamente neutri ma estremamente instabili (?). Segue come abbiamo detto in precedenza, la serie di reazioni con produzione finale di fotoni γ ad alta energia (511 keV).
    2. Eeffetto FOTOELETTRICO :Non è possibile immaginare che la GRANDE quantità di energia (in kW/h) misurata sperimentalmente, sia dovuta alla "termalizzazione" del esiguo numero iniziale di fotoni γ ad alta energia . Credo invece che per effetto fotoelettrico i fotoni γ iniziali, eccitano gli elettroni dei gusci interni degli atomi di Ni nel reticolo cristallino, estrae dogli con energia cinetica elevatissima (calore). Contemporaneamente viene arricchito di elettroni ad alta energia il plasma delocalizzato nel reticolo, incrementando in mondo moltiplicativo gli eventi nucleari nel sistema. Il livello di saturazione di questo processo moltiplicativo,avrà certamente qualche limite superiore che non ho elementi validi per prevederlo. Comunque se si asporta opportunamente l’energia termica prodotta, mediante scambiatori di calore , si è constatato sperimentalmente che il sistema non diverge.
    3. Lo scattering Compton o o effetto Compton, è complementare e concomitante con l’effetto fotoelettrico , nel senso della produzione di una miriade di fotoni γ di frequenze variabili in funzione angolare (scattering),che significa una miriade di elettroni estratti , di energie variabili, inoltre ce da notare che i fotoni fino a 50 keV funzionano al cento per cento da fotoelettroni.
    4. l’effetto Mössbauer, che per la conservazione del momento del fotone γ, verrebbe a ripartire la sua energia tra il rinculo del nucleo di rame (Cu59, nucleo isolato nel reticolo) e un γ di di più bassa energia, a conti fati (Dufour) incide in modo irrilevante (1%) alla "termalizazione" dei fotoni γ.
    Per il momento, l’effetto che da le interpretazioni più convincenti e coerenti con i risultati sperimentali, è l’effetto fotoelettrico (e Compton) che giustifica l’assenza di radiazioni e profila la progressione dello sviluppo delle reazioni nucleari.
    Ch. Stremmenos

  • La fusione fredda è una chimera irrealizzabile, quella dei sedicenti professori bolognesi è una mistificazione.

  • Secondo me hanno utilizzato la scoperta di Fleischman e Pons e non so' neanche se il loro procedimento e' brevettabile dato che ormai e' di dominio pubblico.
    Sono contento comunque che qualcuno finalmente si sia dato una "svegliata".
    L'ENEA gia' dal 2002 aveva certificato che la fusione fredda era possibile e fino ad oggi sembrava non interessare a nessuno.

    Nella dimostrazione avvenuta a Bologna penso che l'innovazione e' nel metallo utilizzato, nichel al posto del palladio.
    Ho letto il libro di M.Torrealta e li' e' spiegato come potrebbero averlo realizzato.
    Penso che abbiano preventivamente "drogato" il nichel con atomi di idrogeno in modo da facilitare la fusione.
    Per esclusione deve per forza trattarsi di un fenomeno di natura nucleare perche' si sono generati neutroni, elio ed energia sotto forma di vapore....quindi...
    Speriamo adesso che si possa presto acquistare una mini centrale elettrica condominiale a fusione e mini centrali per le nostre autovetture....cosi' mandiamo tutti una bella cartolina di ringraziamenti ai nostri amici arabi.

  • ...ma si può sapere perchè, che si parli di fusione fredda o di coppa dei campioni, si trovano degli esperti a ogni pisciata di cane che tutto già sanno e prevedono, e fanno battute senza finalità? Che la pensiate in un modo o in un'altro, che siate a favore o contro, è giusto e sacrosanto che possiate/possiamo manifestarlo, ma il dubbio è una cosa diversa dall'ironia gratuita, o peggio, dal giudicare o suggerire da una posizione di comodo la propria negazione ad un esperimento, ad una idea, ad un tentativo; è un atteggiamento antiscientifico, e qui di scienza, e di persone che sono poi scenziati si parla. Provate a leggere questo articolo sullo stesso argomento, anzi sullo stesso avvenimento; "http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/01/14/news/fusione_nucleare_a_freddo_a_bologna_ci_siamo_riusciti-11237521/" mi sembra che, pur con meno approfondita sicumera da teologo, almeno il lato umano dei due scienziati sia più rispettato, e se di verificare si parla, lo si faccia senza preconcetti. Servirà a qualcosa a tutti scoprire i veri meccanismi di questo esperimento, da quanto ho capito, servirà anche a i due protagonisti....
    Saluti.

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