Che le collisioni tra le galassie emettessero onde radio a varie lunghezze d’onda era noto. Ma oltre a questi sistemi stellari ne esistono altri che, urtando, emettono esclusivamente onde radio diffuse a lunghezze maggiori, comprese tra i 50 e i 120 centimetri. Il primo lo ha scoperto un gruppo internazionale di scienziati, guidati da ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica e dell’Università di Bologna, che hanno pubblicato il loro studio su Nature.
Osservando Abel 521, un sistema di ammassi di galassie in collisione distanti quasi quattro miliardi di anni luce dalla Terra, i ricercatori hanno trovato che il 90 per cento delle radiazioni emesse ha una lunghezza d’onda maggiore di un metro. Le emissioni si fanno più deboli al diminuire della lunghezza d’onda della finestra di osservazione e sono quindi rilevabili solo nel range più ampio. La scoperta del cosiddetto “alone” è stata fatta grazie al Giant Metrewave Radio Telescope (Gmrt) e apre la strada alla ricerca di altri sistemi dello stesso tipo, previsti dalla teoria.
Gli ammassi di galassie sono tra i più grandi sistemi spaziali legati da forze gravitazionali e la loro collisione rilascia quantità enormi di energia. “Pensiamo che nell’Universo vi siano migliaia di aloni radio con caratteristiche simili ad Abell 521”, ha commentato Gianfranco Brunetti, primo autore dell’articolo. Una conferma potrebbe arrivare già tra un paio di anni grazie all’entrata in funzione del radiotelescopio europeo Low Frequency Array (Lofar) che osserverà a lunghezze d’onda maggiori e con una sensibilità fino a 100 volte superiore rispetto ai radiotelescopi attuali. (s.m.)