Possono essere leggermente diversi nell’aspetto fisico e mostrare una diversa predisposizione alle malattie, ma quando dormono sono davvero indistinguibili. I gemelli monozigoti, ovvero che condividono le stesse identiche sequenze di basi del Dna, durante il sonno mostrano la stessa attività cerebrale. Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori italiani di Roma, Brescia, L’Aquila, Reims, Ginevra e San Diego, in collaborazione con la sezione di neuroscienze dell’Associazione Fatebenefratelli per la Ricerca (Afar), e pubblicato sulla rivista Annals of Neurology. I risultati saranno presentati in occasione del IX Congresso Nazionale dell’Afar che si terrà a Roma dal 16 al 18 ottobre.
Lo studio ha visto coinvolti complessivamente 40 gemelli, 20 monozigoti e 20 eterozigotizigoti. I ricercatori, coordinati da Luigi De Gennaro dell’Università “Sapienza” di Roma, hanno osservato che nei primi il tracciato dell’attività elettrica del cervello durante il sonno è “sovrapponibile” per il 96 per cento. Nei gemelli eterozigoti invece, che condividono ‘solo’ la metà dello stesso genoma come i normali fratelli, la percentuale che indica la similarità è esattamente dimezzata. Secondo gli studiosi, questo porterebbe a ipotizzare che l’attività cerebrale sia regolata a livello genico. Il prossimo obiettivo sarà tentare di identificare il gene o, più verosimilmente, i gruppi di geni associati alla tendenza a dormire a lungo o troppo poco, e comprendere quali potrebbero essere i risvolti nello studio dei disturbi del sonno che vanno dalla narcolessia all’apnea, all’insonnia familiare fatale, alla sindrome di Kleine-Levine. (s.m.)
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