Categorie: Ambiente

Le balenottere azzurre sono tornate in Georgia del Sud, ma ora sull’isola sta per abbatersi un mega iceberg

Dopo quasi mezzo secolo, le balenottere azzurre (Balaenoptera musculus) sono tornate nella loro isola, la Georgia del Sud. I rari cetacei, in pericolo di estinzione, nuotano di nuovo nelle acque nell’arcipelago britannico dell’Atlantico meridionale, ben noto ai balenieri che ne fecero strage fino a 50 anni fa. A darne notizia sulle pagine della rivista Endangered Species Research è un team di ricerca internazionale, coordinato dall’organizzazione British Antarctic Survey. La buona notizia arriva però mentre un’altra minaccia, questa volta indirettamente causata dagli esseri umani, incombe sull’arcipelago: il gigantesco iceberg A68a, uno dei più grandi al mondo in circolazione, grande come l’isola di Cipro, potrebbe presto impattare sulle sue coste, sconvolgendo non solo l’habitat delle balene, ma l’intero ecosistema marino, a cominciare da foche e pinguini.

Decimate dai balenieri

I mari dell’arcipelago della Georgia del Sud erano affollatissimi di balenottere azzurre prima che diventassero centro della caccia industriale tra il 1904 e il 1971, periodo in cui ne furono uccise ben 42.698. La maggior parte di questi cetacei fu macellata negli anni Trenta e da quel momento, le balene scomparirono da questi mari, nonostante dagli anni ’60 ne fosse stata vietata la caccia: tra il 1998 e il 2018 le cronache registrano un solo avvistamento. Recenti indagini, però, fanno ben sperare e il nuovo studio, basato sull’analisi di 30 anni di avvistamenti, fotografie e registrazioni sonore subacquee, prova che la specie si sta finalmente riprendendo i suoi spazi.


A cena con le balene nell’emisfero sud


“L’assenza delle balenottere azzurre nella Georgia del Sud è stata considerata un caso emblematico dello sfruttamento di una popolazione di cetacei oltre il limite in cui si sarebbe potuta riprendere”, commenta l’autrice Susannah Calderan. “Ma negli ultimi anni siamo diventati piuttosto ottimisti riguardo al numero di balenottere azzurre viste e ascoltate in tutto l’arcipelago, cosa che non accadeva fino a poco tempo fa. Quest’anno è stato particolarmente emozionante, con più avvistamenti di quanto avremmo mai potuto sperare”.

Il ritorno delle balenottere azzurre

Nel nuovo studio, infatti, i ricercatori hanno analizzato ben 58 avvistamenti e diversi rilevamenti acustici. In particolare, hanno rilevato i richiami a bassa frequenza emessi dai cetacei su lunghe distanze, aggiungendo, inoltre, anche gli avvistamenti segnalati al Museo della Georgia del Sud da marinai e passeggeri di navi turistiche. In totale, sono stati foto-identificati 41 esemplari, nessuno dei quali sembra corrispondere alle 517 balene inserite nell’attuale catalogo fotografico della balenottera azzurra antartica.

Ma perché questi cetacei ci stiano mettendo così tanto tempo per ripopolare l’arcipelago della Georgia del Sud rimane ancora un mistero. “Non sappiamo perché le balenottere azzurre abbiano impiegato così tanto tempo a tornare”, commenta l’autrice. “Può essere che l’uccisione di così tanti esemplari abbia portato a una perdita di memoria nella popolazione di un habitat ideale e che solamente oggi viene riscoperto”.

L’enorme iceberg in rotta di collisione la Georgia del Sud

Il ripopolamento delle balenottere azzurre nell’arcipelago della Georgia del Sud è una buona notizia ma arriva purtroppo proprio quando un’altra catastrofe rischia di abbattersi sull’arcipelago. Un’iceberg di proporzioni gigantesche, pari a quelle dell’isola di Cipro – ha una lunghezza di 150 chilometri circa e una larghezza di 48 chilometri – è insolitamente sopravvissuto allo scioglimento e ora minaccia l’isola.

Come racconta la Nasa, una volta staccato a metà del 2017 dalle vicine coste antartiche, e più precisamente dalla piattaforma di ghiaccio Larsen c, l’enorme iceberg A-68A sembra ora diretto verso la Georgia del Sud e potrebbe entrare in rotta di collisione con l’arcipelago, o rimanere bloccato nelle acque poco profonde che lo circondano.

Il viaggio dell’iceberg A-68A staccatosi dalla piattaforma Larsen C nel 2017 e ora in rotta verso l’arcipelago di South George. Credit Nasa Earth Observatory.

In entrambi i casi, avvertono gli esperti, ciò potrebbe significare una catastrofe per l’intero ecosistema, soprattutto per pinguini e foche. “Le correnti e i vortici sono troppo caotici per riuscire a fare una previsione dettagliata su dove andrà”, spiega Christopher Readinger, esperto del National Ice Center degli Stati Uniti. “È probabile che l’iceberg passi appena a sud della Georgia del Sud. Se sarà abbastanza vicino all’arcipelago, potrebbe rimanere intrappolato nel vortice delle correnti oceaniche a est dell’isola ed essere trascinato indietro dalle controcorrenti. Se, invece, passerà abbastanza lontano potrebbe riuscire a evitare le controcorrenti del vortice e continuare a dirigersi verso est-nord-est”.

Riferimenti: Endangered Species Research

In copertina: Una baia dell’arcipelago della Georgia del Sud visitata dai turisti: sono ancora visibili i resti delle imbarcazioni dei balenieri. Foto di Liam Quinn via Flikr.

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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